Cara Calabria ti scrivo,
non per distrarmi, ma perché tutti forse, nonostante le frasi di circostanza, siamo troppo distolti e distanti da ciò che ti accade realmente.
In molti, ti vedono avvilita, ferita, vilipesa e quasi morente, soffocata da indifferenza, rassegnazione, burocrazia, malanni istituzionali perpetui e, dulcis in fundo, influenzata, condizionata e compromessa da una diffusa criminalità, quasi endemica.
Di questi pensieri ne siamo un po’ impregnati in tanti ed è certamente un periodo triste, a volte drammatico ed alcune di queste malattie sono purtroppo vere.
Ma tu, cara Calabria, non sei morta, ne morente, tu non muori, non puoi morire, ma è chiaro che così però, nemmeno vivi.
E invece devi vivere!
Hai tutto per farlo e anche bene.
Forse non ci credi abbastanza, ti vedi appesantita da anni e anni di malcostume politico, ma anche sociale ed economico, comprata e svenduta da traffichieri e mercenari.
Ti senti anche barcollante e trasandata per i tanti brutti colpi e critiche che ricevi, di certo sentire tanto male e cattiverie sui calabresi, è come parlare di te, ti addolora e rattrista.
Ma forse è anche vero che non ti apprezzi mai abbastanza, non ti guardi per vedere quanta bellezza offri, dal mare ai monti, dalle colline alle spiagge, sei di un fascino senza fine.
Buon 2020 amici, buon anno Calabria.