Durante Udinese-Hellas Verona 1-2 del 14 Dicembre 2014 uno dei calciatori più amati e più ammirati del calcio italiano ha raggiunto la prestigiosa cifra dei 300 gol nei professionisti in 20 anni di calcio giocato: stiamo parlando di Luca Toni.
Il campione del Mondo 2006 nonostante i suoi 37 anni suonati non perde la sua implacabilità all’interno dell’area di rigore che gli ha permesso di coronare a suon di titoli e gol una carriera folgorante. La prima rete di questa lunga serie è datata stagione 1994/95, quando Luca indossava la maglia del Modena nell’allora Serie C1. In questa serie farà felici anche i tifosi del Fiorenzuola e della Lodigiani. Una volta giunto in Serie B sarà la volta di Empoli, Treviso e Palermo, squadra con la quale realizzerà una cavalcata da sogno verso la A nella stagione 2003/04. Giunto in Serie A con i rosanero (dopo aver già indossata la maglia del Vicenza in questa categoria) realizzerà ben 20 gol che gli varranno l’interesse della Fiorentina, forse l’avventura più bella del Toni calciatore.
Lì Luca creerà un feeling unico e speciale con i tifosi, diventando non solo un goleador ma un vero e proprio simbolo. Non solo gol infatti: quando la Fiorentina ricevette la penalizzazione in seguito a Calciopoli (perdendò così l’accesso ai preliminari di Champions) la squadra rischiava di lottare per la salvezza, soprattutto considerando che il suo giocatore chiave era tentato dalla corte serrata dell’Inter. Toni però lasciò al cuore la scelta e così decise di rimanere in Viola portando la Fiorentina in Uefa contro ogni pronostico.
L’estate del 2008, quella successiva alla promessa ai Della Valle (“resto e salvo la Fiorentina”), è quella del grande sogno tedesco: il Bayern Monaco. Il primo anno in Bundesliga sarà spettacolare: vittoria in campionato e in Coppa di Germania con più di quaranta reti realizzate. In Coppa Uefa soltanto il ciclone Zenit impedirà a Luca di arrivare a giocarsi la Coppa contro i Rangers, squadra che a sorpresa aveva eliminato proprio la sua Fiorentina in semifinale.
La stagione successiva i suoi gol diminuiranno (sempre però con ottime cifre) e il suo Bayern va a pezzi: strapazzato in Champions dal Barcellona, sconfitto in Bundesliga dal Wolfsburg. Il peggio però deve ancora venire: nell’estate 2009 arriva Luis Van Gaal che proprio non vede Toni nei suoi schemi di gioco e così nel Gennaio 2010 Luca torna in Italia per aiutare la Roma a vincere il suo quarto Scudetto.
La magica notte della vittoria per 2-1 sull’Inter, con il suo gol a decidere il match, sembra l’inizio della cavalcata Scudetto da sogno ma in realtà ci sarà soltanto un grande incubo nella Primavera giallorossa: Roma-Sampdoria 1-2. Finisce così tristemente la sua avventura a Roma, per passare così in rossoblu con la maglia del Genoa. Il feeling con la squadra, però, non arriva mai e così a Gennaio una nuova casacca importante sarà vestita da Toni: quella della Juventus.
Quella era la Juve di Del Neri, squadra in cui le cose non andavano mai bene e così anche Luca, nonostante qualche gol, si fece risucchiare dal buco nero di una stagione da settimo posto. L’arrivo di Conte cambierà la vita alla Juve e anche a Toni: sempre in tribuna. Il campione del Mondo decide così di andare negli Emirati, a Dubai, per concludere mestamente la sua carriera.
E’ un periodo buio per Luca: soddisfazioni dai campi non arrivano e la vita privata è tristissima. Da un grande dolore però la famiglia Toni rinasce e con essa ritorna in Luca la voglia di grande calcio: il calciomercato estivo del 2012 si conclude con il clamoroso ritorno in Viola di Luca Toni.
Bollito? Macchè, sarà determinante in tantissime gare e permetterà con i suoi gol alla Fiorentina di lottare fino all’ultima giornata per un posto Champions. Finito l’anno del ritorno in Serie A, l’attaccante sceglie di accettare la sfida dell’Hellas Verona: salvare la squadra neopromossa.
L’ultimo anno e mezzo parla da solo: montagne di gol e una prima stagione da urlo per lui e il suo Verona, mentre in questa nonostante le difficoltà sono già cinque i gol messi a segno.
Anche in Nazionale Toni ha lasciato sempre il segno: subito in gol nella prima gara ufficiale dell’era Lippi, dimostrò a tutti di non essere soltanto bravo di testa ma anche un attaccante completo capace di segnare in tutti i modi e soprattutto di aiutare la squadra. L’Estate del 2006 è il momento più alto della sua carriera: due gol ai Quarti di Finale e trionfo di Berlino da titolare assoluto. Quel 2006, coronato anche dalla Scarpa d’oro e dal titolo di capocannoniere rimarranno per sempre nella sua memoria.
Anche nel biennio succcessivo, quello di Donadoni, realizzerà reti decisive per la qualificazione agli Europei (tre contro la Scozia), ma nella Fase finale non né realizzerà, lasciando la sua Italia senza il suo bomber principe. L’eliminazione ai rigori contro la futura indimenticabile Spagna è una ferita ancora aperta ma che non può di certo cancellare la sua meravigliosa carriera.
Luca Toni: il prototipo del centravanti moderno che ha il gol nel Dna. Un bel messaggio a tutti quei giovani che dopo solo due gol si sentono già Top Player. Imparate da Luca.
Armando Zavaglia