Miracolo a Bisignano. L’amministrazione “i ri cuoculicchi” ed altri ammennicoli

Letture: 3361

strada-neve

E poi c’è l’incredulità e lo sgomento del giorno dopo. Un classico ormai. Da anni. E le sensazioni si accavallano in un tourbillon di analisi più o meno affrettate o dettagliate, rivendicazioni, giustificazioni, mea culpa ed atti di dolore, senno di poi ed “io… io te l’avevo detto, io”. Bisignano non fa differenza. Anzi. Dopo l’assenza di qualsiasi campagna elettorale, degna di essere definita tale, e nonostante la presenza di alcune esilaranti ed improbabili candidature, c’è chi pur tenta di tirare la coperta, troppo corta, dalla propria parte. I risultati son risultati e l’affermazione del “Movimento cinque stelle” in questo nostro triste paesello è comunque un dato di fatto. Non so se più per merito o demerito della televisione o della rete ma ciò che differenza volete che abbia? Sono sempre più convinto, tuttavia, che il risultato della scorsa tornata elettorale abbia tante ragioni e quella della crisi economica, ormai da qualche anno a questa parte, non sia assolutamente quella prevalente. Sono ancor più convinto che se si ritornasse a votare oggi molti degli ex-elettori del piddì e delle formazioni della cosiddetta sinistra, più o meno antagonista, ritornerebbero a votare per i propri vecchi partiti. Il movimento cinque stelle per molti, compresi molti dei suoi elettori, rimane una creatura aliena e la sorpresa di vederselo come primo partito alimenta i ripensamenti: “ed ora? Ora, che ne sarà di noi?”

Nella lettera aperta ai cittadini di Solidarietà e partecipazione del 28 febbraio  2013, si legge: Le elezioni appena trascorse hanno ancora una volta sottolineato la grande capacità degli italiani di prendere decisioni nette e stravolgenti. Tutt’altro. Mai come adesso l’Italia appare un paese dilaniato fra ansia di cambiamento ed angoscia di perdita delle proprie rendite di posizione più o meno giustificate. Se il nord riconsegna la Lombardia allo stesso blocco di potere che l’ha governata per due decenni, sotto Formigoni, la Calabria non riesce a svincolarsi del tutto da una visione miope e di corto respiro della politica finendo col premiare i soliti noti (se Michele Trematerra non è stato eletto è solo perché ha sbagliato cavallo). Nella stessa lettera si afferma altresì: La lista civica “Solidarietà e Partecipazione” capeggiata dal Sindaco Umile Bisignano, nel corso di questi anni ha dimostrato che le diversità, se libere e coerenti, possono rappresentare una risorsa per trasformare positivamente la nostra comunità. Niente di più falso. Quali diversità del secchio? E la coerenza di queste presunte diversità, o il semplice opportunismo, quali trasformazioni positive del cacchio avrebbe portato? Bisognerebbe invocare una bella nevicata, ogni giorno che Iddio manda in terra, per non vedere il degrado e la bruttezza che ci circonda. Bisognerebbe mettersi lì con la spensieratezza dei bambini a tirar palle di neve, per non vedere l’asfalto colabrodo delle strade e la monezza ammonticchiata per settimane ai crocicchi delle strade. Bisognerebbe prendere quella neve a piene mani ed affondarci la faccia per distogliere lo sguardo dalle nefandezze, più o meno confessabili, di ogni giorno. Bisognerebbe ritrovare l’innocenza dei bambini di fronte ai fiocchi che scendono giù e l’immacolato candore che tutto ammanta, per ingannare la realtà e sorprendersi ancora a sperare.

In molti elettori, anche del “Movimento cinque stelle”, c’è la convinzione che un semplice segno di croce su una scheda elettorale basti a cambiare l’ordine delle cose. Io, non so, se anche a Bisignano il movimento suddetto riuscirà a palesarsi con facce ed atti concreti, e riuscirà ad acquisire una visibilità locale, ma è pur certo che bisogna pur sfuggire dalle spire dei sogni lillipuziani dell’amministrazione di Sua  Umiltà Umile Bisignano. Un’amministrazione, che da più di un lustro si trascina, senza lustro, riuscendo solo a far rimpiangere il tempo perso. Cosa può ricordare un bisignanese di tutte le trasformazioni epocali messe in atto da questa amministrazione? La raccolta differenziata ingloriosamente arenata? La toponomastica cimiteriale? Qualche targa ricordo e ammennicolo ai crocevia, promesse sante e statue di santi da far caracollare da piazza in piazza? Ma a che serve un’altra statua di Sant’Umile nel viale Roma, ad esempio? E quanto ci costa? E questa iniziativa va annoverata come una sortita culturale o solo folcloristica? Non sarebbe l’ora di finirla con questa solfa eterna di correr dietro la santità ed il miracolo già naufragato di un turismo religioso da cui riuscire a trarre profitti?

Il voto per il movimento cinque stelle viene derubricato a semplice voto di protesta, ma è qualcosa di più. Dietro ogni voto ci sono storie, delusioni, speranze. Probabilmente troppe aspettative. L’inadeguatezza di cogliere a pieno la portata del risultato elettorale delle scorse elezioni governative complica le cose. La congiuntura internazionale (l’Europa, la crisi economica, la speculazione finanziaria…) la mancanza di punti di riferimenti (i problemi della chiesa, l’incapacità di coniugare un pensiero di sinistra che non sia sovrapponibile a quello del libero mercato…), l’incapacità dei media tradizionali di leggere la realtà sono elementi che devono far riflettere e non possono essere elusi. Io non so se le speranze riposte in un voto possono essere sufficienti a cambiare le cose, ma è pur certo che la politica non può rimanere al chiuso delle sacrestie di partito o in qualche Attico, sulle pagine di qualche social network e di qualche sito web in stallo, nelle pagine senza Utopia di qualche giornale on-line o negli appelli al voto utile dell’ultimo minuto. Osare l’inimmaginabile è l’unica sfida che ci attende.

Rosario Lombardo.