Porgete l’orecchio, egregi miei uditori: “Se siete giunti all’età di quarant’anni e non avete mai avuto un regolare contratto di lavoro in Italia rischiate di essere considerati degli sfigati o peggio ancora degli evasori”. In effetti, l’inoccupato è colui che non abbia mai svolto attività lavorativa, sia come dipendente che in forma autonoma o almeno che non è riconosciuto il lavoro in nero. Qui non si tratta semplicemente di classificare la condizione di disoccupazione ma si è davanti a una classe d’individui che per lo Stato italiano non hanno mai lavorato e per questo considerati sfigati bamboccioni oppure evasori incalliti. Chi verte in una condizione d’inoccupazione continuata per lo Stato italiano non ha nessun diritto di sostegno ma ha il dovere che sia immediatamente disponibile allo svolgimento e alla ricerca di un’attività lavorativa secondo le modalità definite dai Servizi competenti, senza che però quest’ultimi si adoperino mediante una concreta attività di supporto alle vittime di tal vergognoso sistema. In un paese democratico fondato sul lavoro, se vi è una grossa percentuale d’inoccupati oltre la soglia dei trent’anni la colpa non può essere attribuita solamente alle vittime ma dovrà essere impuntata anche al meccanismo mal funzionante degli uffici di collocamento e alla politica della raccomandazione che ha garantito negli anni il lavoro irregolare, per cui gente che ha svolto dei lavori occasionali non ha avuto la garanzia di essere tutelata a dovere nonostante esistessero le norme costituzionali. Fino a qualche anno fa la stessa politica, di tutte le fazioni, ha mantenuto i propri portaborse senza dar loro nessuna legale garanzia e pagandoli in nero. Nella precaria situazione economica in cui verte la nostra Nazione come ci si può permette di emarginare degli individui che non hanno mai avuto un contratto di lavoro alla venerabile età di quarant’anni e metterli alla gogna? Come mai le agevolazioni spettano ai disoccupati e non a chi è inoccupato? L’esenzione del Ticket spetta per legge ai disoccupati e ai pensionati al minimo, nonché agli altri soggetti il cui reddito deve essere calcolato tenendo conto della consistenza del nucleo familiare, ma non agli inoccupati. Nella legge 407/90 (riforma Fornero)rientrano coloro che non hanno lavorato negli ultimi tre anni e che quindi vertono in uno status di disoccupazione e non si rivolge minimamente a chi è inoccupato. Ciò significa che chi è stato al governo del nostro paese non ha mai considerato la problematica degli inoccupati, questi ultimi classificabili come una categoria anomala da escludere dal contesto collettivo del principio di uguaglianza e del diritto al lavoro. La nostra è una società malata che ha bisogno di cure immediate e non di ministri pagliacci. La sfortuna è l’incapacità dell’uomo a modificare la propria natura ma con uno Stato come quello italiano l’unica cosa possibile è assistere tutti i giorni al proprio fallimento.
20.03.2013 Alberto De Luca