L’Agenzia delle Entrate da oggi potrà guardarvi anche nelle mutande

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Entro il 31 di ottobre del 2013, per effetto di un provvedimento previsto nel Decreto Salva Italia e firmato ieri dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, possiamo dire addio al diritto di privacy sui nostri conti bancari di ogni ordine e grado. A tal proposito, l’agenzia del fisco assicura un nuovissimo sistema di gestione dei dati personali in grado di  eliminare ogni dubbio sull’eventuale violazione della normativa in vigore e in cambio entrerà nei movimenti bancari degl’italiani come un segugio antidroga. Si è fatto un altro passo avanti verso la cura del cancro dell’evasione fiscale che però ancora una volta purtroppo finirà probabilmente per abbassare le braghe ai  risparmiatori italiani. Per certi versi, il suddetto provvedimento, volgarmente denominato “metodo ingrassa banche”, nato formalmente per stanare gli evasori fiscali,  ricorda vagamente il meccanismo di riscossione utilizzato durante il periodo nazifascista in riferimento alle appropriazioni  indebite dei conti bancari appartenenti alle famiglie di tradizione ebraica. La differenza con la realtà attuale è rappresentata dal fatto che alla base di ogni controllo e prelievo non vi è più il progetto dell’Olocausto ma le pretese di gestione economica e di potere da parte del governo europeo di matrice tedesca. Qualora il fiscal control attraverso la comparazione dei dati raccolti evidenziasse uno scostamento rilevante fra le entrate e le uscite di un singolo soggetto, quest’ultimo potrebbe essere segnalato come un potenziale evasore fiscale quindi assoggettato a ulteriori controlli e eventualmente  sanzionato. A tal proposito, è bene ricordare a tutti i risparmiatori italiani che il gap fra entrate e uscite è veramente minimo. Secondo il capo di Equitalia sarebbe da attestare intorno al 20%. Da quest’ultima  prerogativa si comprende benissimo che i controlli e le eventuali sanzioni non riguarderanno dapprima i grossi movimenti finanziari ma i piccoli e i piccolissimi. Al momento, infatti, la normativa riguarda i movimenti finanziari dei risparmiatori italiani con retroattivo all’anno 2011. Invece,  saranno esonerati da ogni accertamento, almeno per il momento, i conti sui quali sono finiti i capitali detenuti all’estero, sanati fra il 2001 e il 2010 grazie allo scudo fiscale. Intanto che i governi italiani inseguono lo spread promulgando leggi che pugnalano alle spalle chi costruisce l’economia reale del paese e facendo loro pagare i debiti contratti dalle banche, quest’ultime speculando con il denaro degli stessi risparmiatori continuano a bruciare i loro capitali.

26.03.2013                                            Alberto De Luca