I pesci senza l’acqua muoiono

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La verità prima o poi rende liberi. Mentre il presidente della Coldiretti Calabria esordisce richiamando l’attenzione della Regione e del  Ministero dell’Ambiente sulla drammatica vulnerabilità del territorio in merito ai dissesti idrogeologici, proponendo i Consorzi di bonifica calabresi quali strutture tecniche professionali idonee per tutti gli interventi di risanamento territoriale con un sicuro risparmio ed efficacia di realizzazione, Francesco Molinari del Movimento Cinque Stelle in una interrogazione presentata insieme ad altri 14 parlamentari ha portato all’attenzione del ministro delle Politiche Agricole e del ministro per gli Affari Regionali le criticità del sistema dei Consorzi calabresi. Nel documento rivolto ai ministri interrogati sono elencati alcuni punti che preludono ad altrettanti retroscena i quali riguardano alcuni aspetti poco chiari dell’economia calabrese. Da qualche anno questi enti, le cui funzioni sono spesso sconosciute a buona parte dei cittadini-contribuenti che ricevono avvisi e cartelle di pagamento, impongono tasse in base ad un sistema singolare, diverso dal resto d’Italia, non basato sul criterio del beneficio ma sulle spese di funzionamento (art. 23 L. R . n. 11/2003). Sempre nell’interrogazione si fa riferimento ai bilanci dei singoli Consorzi e con particolare attenzione ai forti squilibri economici-finanziari, all’esposizione finanziaria nei confronti di Enti Previdenziali oltre a contenziosi di varia natura, sugli stipendi dei livelli dirigenziali che non sempre sono proporzionati ai risultati di gestione. Un altro punto dolente oggetto della sottoscrizione ha riguardato la carenza di trasparenza: “non è semplice reperire informazioni sui nostri Consorzi, sui loro compiti, sullo statuto, sull’impiego di risorse, sui bilanci, sui nomi che compongono gi organi di gestione, sui criteri di calcolo dei contributi, sulle assunzioni e quant’altro, poiché molti Consorzi calabresi, pur avendo siti internet, non usano tale strumento per rendere maggiormente trasparente la propria azione amministrativa”.

Nel frattempo che si attendono delle risposte celeri da parte dei ministri interrogati, ai quali è stato chiesto quali iniziative urgenti di propria competenza intentano assumere in proposito, anche con riferimento alla opportunità di disporre in merito una inchiesta ministeriale, i dipendenti dei suddetti Consorzi reclamano il rinnovo del contratto fermo al 31 dicembre 2011. Da una riunione della FILBI- UIL è emerso infatti che in alcuni Consorzi l’erogazione degli stipendi ai dipendenti avviene con 4 o 5 mesi di ritardo e che in alcuni casi vengono messe in campo, da parte delle  Amministrazioni, azioni di natura persecutoria che hanno lo scopo di intimorire i dipendenti.  Si apprende anche che qualche Consorzio non si sia  ancora dotato del Piano di Organizzazione Variabile previsto dal CCNL  e che in altri le ormai poche risorse economiche disponibili vengono utilizzate per consulenze esterne. E’ emerso, inoltre, che sono state effettuate assunzioni ed  assegnate  mansioni diverse che poco hanno a che vedere con il titolo di studio posseduto dalla persona che ha avuto la fortuna di essere assunto per altro senza nessun pubblico concorso. Ma c’è dell’altro e questo riguarda la volontà politica regionale di varare una nuova riforma dei Consorzi di Bonifica in Calabria. Tale riforma potrebbe rappresentare un vero è proprio terremoto soprattutto nella gestione delle risorse e preludere a penalizzazioni e rischi per la continuità occupazionale dei lavoratori del settore. Quest’ultimi da parte loro essendo già sul piede di guerra per il mancato pagamento dello stipendio attendono solamente l’ordine demagogico di qualcuno per mobilitarsi in favore magari anche dei loro stessi dirigenti, burocrati dei Consorzi e rappresentanti illustri delle associazioni di categorie agricole, contro la trasformazione annunciata dall’On. Michele Trematerra. L’Assessore all’Agricoltura della Regione Calabria dopo gli ultimi disastrosi risultati elettorali che hanno destabilizzato fortemente il proprio consenso e dopo aver preso probabilmente visione della consegna di 8000 firme depositate presso il Consiglio della Regione Calabria, in cui si richiede appunto l’annullamento dell’art. 23 della Legge Regionale 11/2003 e il ripristino del beneficio per il pagamento dei tributi consortili, si trova oggi a dover fare i conti con il malcontento dei Burocrati dei Consorzi, con quello dei dipendenti senza stipendio, con quello delle associazioni di categoria agricole, compreso anche quello relativo a tutti i consorziati che da circa tre anni richiedono a gran voce di non pagare oneri che non gli spettano e debiti di cui soprattutto non sono responsabili.  Il 15 giugno 2013 “La regione Calabria, con delibera n. 213/2013, accredita 4.584.00,21euro al Consorzio di bonifica integrale dei bacini del tirreno cosentino e, nei fatti, il bilancio dello stesso ente arriva al tanto atteso riequilibrio”. Michele Trematerra il protagonista di una storia che si ripete ancora una volta.

La notizia di consolazione arriva però dal Comune di San Marco Argentano dove la questione sollevata dal Tributarista Michele Brusco (in merito al fatto che il Consorzio di bonifica può pretendere il pagamento delle quote di competenza soltanto se effettivamente apporta i miglioramenti previsti sui singoli fondi) ha trovato accoglimento giudiziario a favore dei consorziati condannando l’Ente. Infatti, nei casi di cui il tributarista si è occupato, presentando regolare ricorso, ciò non è avvenuto. Dunque è “illegittimo” pretendere denaro per un servizio mai fornito. Lo stabilisce la dodicesima Sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Cosenza che ha accolto i ricorsi trattanti cartelle emanate dal Consorzio di bonifica Piana di Sibari e Media Valle del Crati. La notizia se pur confortante rappresenta solo un piccolo passo in avanti della giustizia a favore dei lesi Consorziati, in quanto ancora una volta non sono giunte notizie di nessuna natura sui ricorsi riguardanti gli anni successivi alla riforma dei Consorzi calabresi. I pesci senza l’acqua non possono nuotare e quindi sono destinati a una lenta agonia. Consorziati quante volte sui vostri campi secchi avete provato questa brutta sensazione? Allora forza perché la battaglia per sancire i nostri diritti è soltanto all’inizio, insieme possiamo vincerla.

24/06/2013                                                                                      Alberto De Luca