Chi afferma che svolgere lavori occasionali è un crimine contro lo Stato poiché ciò educa all’evasione fiscale disattende la Costituzione italiana. In un momento di crisi economica che non ha precedenti nella storia, in cui il tasso d’inoccupazione è al massimo livello di accettabilità e colpisce trasversalmente tutti gli individui maggiorenni, lavorare diventa necessario per la propria sopravvivenza, dunque, anche il semplice lavoro occasionale restituisce la dignità all’individuo altrimenti soggetta ai pericoli sociali che derivano anche dall’interesse criminoso affidato alle mani della delinquenza organizzata, la quale dilaga all’interno del nostro paese e pertanto richiede nuova manovalanza. E chiaro a tutti questo tipo di messaggio? O invece vogliamo continuare a pensare che la responsabilità di questa assurda situazione sia dovuta solo a coloro che svolgono un lavoro precario o irregolare al posto di quello più redditizio di pusher della droga, per conto magari di aziende che fanno del riciclaggio del denaro sporco il caposaldo della loro economia spesso con il benemerito dello Stato, attraverso l’operato di professionisti del raggiro delle leggi costituzionali e con le apparenti regolari partite iva? Cosa dobbiamo rispondere egregio Stato italiano alla comunità di giovani laureati, i quali vengono quotidianamente presi a calci nel sedere da una vergognosa gestione della cosa pubblica e dell’economia del mero interesse personale? Non azzardatevi a giudicare chi non lavora per un sistema o si rifiuta di appartenere al padrone garante e protettore di quel preciso disegno delinquenziale che tutti i giorni mette in scena il suo spettacolo all’interno delle istituzioni pubbliche a partire dagli stessi Enti locali, quest’ultimi delegati a svolgere la funzione di vigilanti su quanti non hanno di che nutrirsi e non di aguzzini per conto dello stesso Stato o di un apparato mafioso costituente l’ala malvagia della nostra Nazione. Nessuno si permetta di dare giudizi sull’operato dell’altrui persona in merito a ciò che è costretto a fare quotidianamente anche contro la sua volontà per avere la garanzia di un tetto, di un pasto, di un vestito, di un mezzo di locomozione. Queste persone sono gli evasori di cui parla il nostro Stato di polizia degli ultimi quindi giorni? Vogliamo invece veramente considerare l’elemento centrale della questione che sta alla base della cosiddetta evasione fiscale? Allora corre l’obbligo a tutti di prendere coscienza delle nostre Istituzioni ed in particolar modo di osservare a chi ci gestisce o ci ha governato per tutti questi anni provocando un debito abnorme, per cui oggi gran parte dei giovani piangono lacrime amare e contro la loro volontà sono costretti a vivere di stenti. Stato, Chiesa, Istituzioni responsabili tutte, che cosa volete rispondere a un esercito d’inoccupati, di disoccupati, di cassaintegrati, di suicidi, quest’ultimi morti soltanto per essere stati annoverati erroneamente nel registro dei delinquenti e per questo pignorati da Equitalia mentre svolgevano la loro dignitosa attività imprenditoriale? Come mai non siete capaci di dare alcuna risposta sensata a ciò che sta distruggendo la Democrazia e limitando la nostra libertà? Quando vi accorgerete che è finita anche per voi inefficienti formule di governo della Nazione? Dovete avere rispetto di chi sta peggio di voi poiché altrimenti vi ritroverete a dover fare i conti con una rivoluzione civile epocale.
26/06/2013 Alberto De Luca