Peccato che a Bisignano Monsignor Salvatore Nunnari sia arrivato solamente a lavori ultimati

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“Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio”.
Dopo ben sedici anni a Bisignano è stata riaperta la chiesa di Santa Maria de’ Justitieriis. Lo scorso sabato le istituzioni politiche, insieme a quelle religiose, hanno reso la chiesa al pubblico, con una messa a sancire il ritorno di questo luogo di culto. È stato proprio Monsignor Salvatore Nunnari, arcivescovo della Diocesi Cosenza – Bisignano, a dare il “tocco” alla cerimonia di apertura.

C’è da dire, però, che l’illustre ospite d’onore ha potuto apprezzare soltanto i lavori che hanno riportato alla luce un luogo buio e abbandonato. Nulla invece ha potuto conoscere di ciò che è rimasto nell’oscurità e ha riguardato proprio quei lavori di restauro. Una deformazione quest’ultima frutto di un probabilmente paramorfismo appartenete ormai a uno stile puramente bisignanese.

La chiesa come struttura di accoglienza dei fedeli, non il luogo di tutti, ma soltanto di alcuni soggetti preposti alla benedizione del Signore. Non stiamo a farneticare, ma solamente a sottolineare l’evidenza. Agli autori di cotanta “ecclesia”diciamo che ogni cristiano ha una propria dignità e quest’ultima va rispettata a prescindere dallo strato sociale cui esso appartiene. Rivolgendoci ad alcuni illustri porporati del nostro beneamato paesello ribadiamo calorosamente che il loro concetto di carità andrebbe celermente rivisitato in ottemperanza al libro sacro e non a quello contabile.

25/07/2003  Alberto De Luca