Protesta per la fatiscenza degli spazi pubblici

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Un’estate desolante. Con pochissime manifestazioni pubbliche offerte alla cittadinanza, i ragazzi di Bisignano non sono certamente soddisfatti dell’intrattenimento culturale e spettacolare nella città cratense. A questo malessere, si aggiungono anche le pressanti proteste per lo stato di alcuni spazi pubblici e, in particolare, dei campi di calcetto presenti a Bisignano. Tirare qualche calcio a un pallone può essere spesso pericoloso, dato lo stato fatiscente che presentano alcune strutture pubbliche, lasciate spesso al loro destino. Il tour itinerante può partire da via del Salvatore, dove il campetto presente e adiacente alla scuola elementare mostra dei seri pericoli. Le reti di recinzione sono veramente malridotte e recentemente sono stati trovati anche degli aghi: non certo il massimo, in una zona dove abitano molte famiglie che spesso accompagnano i più piccini per divertirsi all’aria aperta. Non è l’unica struttura che salta all’occhio, e passando per il quartiere di Santa Croce si nota come il relativo campo di calcetto sia sempre irregolare e, un eventuale scivolone, potrebbe costare caro anche data la durezza del pavimento di gioco.

In questo caso, il quartiere di Santa Croce realizza una personale, ma poco invidiabile doppietta, guardando anche l’anfiteatro, uno dei maggiori investimenti della giunta D’Alessandro che si è svalutato nel corso del tempo. Sono poco utilizzati gli spazi pubblici di Macchia Tavola, Gallice e Soverano più per limiti chilometrici nel raggiungerli, anche se la situazione da quelle parti non è delle migliori. Sembra un’utopia, almeno allo stato attuale, realizzare un impianto con pavimentazione sintetica da utilizzare pubblicamente e da mettere a disposizione dei giovani: se era parlato anche in consiglio comunale di quest’opportunità, ma l’idea è rimasta ferma nell’immaginario comune. E intanto i giovani che vogliono tirare due calci in allegria sono costretti a “emigrare”, seppur di qualche chilometro, nei paesi confinanti.

Massimo Maneggio
su: L’ora della calabria