L’Italia è sull’orlo del precipizio o è già nell’abisso?

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I dati sono allarmanti, i numeri parlano chiaro e sembrano quelli di una nazione appena uscita da un conflitto mondiale, con più di quattro milioni di giovani inattivi (disoccupati e inoccupati), cinque milioni di miserabili sotto la soglia di povertà assoluta e un prodotto interno lordo stabilito a meno 1,8 %.  Inoltre, tra tasse e tagli, grazie al Fiscal Compact, tutti gli Italiani sono condannati a pagare ogni anno 50 miliardi, anche per i prossimi vent’anni e per riequilibrare il debiti con l’Europa. Un cappio al collo degli italiani, con cifre da capogiro, che da sole basterebbero a riavviare l’economia del paese, a ridare ossigeno alle nostre imprese, insomma a fare dell’Italia una nazione florida. Mentre accade ciò, però, il Parlamento Italiano perde tempo a discutere la mozione di sfiducia alla Ministro Cancellieri e a votare la decadenza a Berlusconi. Se la politica italiana continuerà a ignorare i veri problemi della nazione (come sta avvenendo ormai  da troppo tempo) il tasso di disoccupazione seguiterà a cresce in maniera esponenziale, il bilancio delle imprese fallite proseguirà secondo i tragici dati dell’ultimo trimestre 2013 (3500 procedure di fallimento avviate, il 12% in più rispetto al 2012) le tasse sui contribuenti prospereranno in maniera incontrollata e il numero dei poveri s’ingrandirà a dismisura,  come  potrà l’Italia evitare il totale fallimento? Accadrà in un giorno di straordinaria follia e sarà troppo tardi per intraprendere qualsiasi iniziativa atta a evitare di ricadere tutti nell’abisso di un precipizio.

05/11/2013 – Alberto De Luca