Visignànu, bisognùsu senza chiòvari ci sta mpusu…

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Anche le cacche dei cani lasciate lungo i marciapiedi sono abbandonate al loro destino. Percorrendo il centro storico di Bisignano sono poche le anime che si possono incontrare. Da un lato e dall’altro della strada si notano alcune saracinesche abbassate con scritto, vendesi. Potevano scrivere affittasi ma visto il periodo di crisi e lo svuotamento generale del paese quale pazzo potrebbe fittarsi un locale per svolgervi un’attività. Qualche negoziante che resiste ancora agli urti della crisi si ritrova a crogiolarsi al sole tiepido di un giorno d’inverno con la faccia sconsolata di chi sa che non c’è più “trippa per gatti”. La banca affollata di gente squattrinata intenta a fare la fila per ritirare gli ultimi risparmi da destinare al pagamento della “IUC”, il bar del corso con le sedie vuote e non solo, la farmacia con il suo cartello in bella vista in cui si legge qualità e cortesia, Salvatore un amico del paese che pazientemente ripone per l’ennesima volta la merce dentro il suo storico negozio e si accinge alla pausa pranzo. Nell’altro bar invece due anziani scrutano al buio il minimo rumore di qualche ipotetico passante mentre intontiti dall’ebbrezza mandano giù l’ultimo bicchiere del mattino. La fila all’ufficio postale per ritirare qualche pensione ancora sopravvissuta, la desolazione del Viale Roma con i soliti quattro amici al bar che s’insultano fra loro sull’ultimo rovente tema dei rifiuti a Bisignano. Non c’è il tempo neppure per l’aperitivo, alle tredici in punto la porta del locale sulla piazza è già serrata. Non resta che mettersi in macchina e riprendere il cammino verso casa.

L’uso della foto è adoperato al solo scopo satirico. Pertanto la sua pubblicazione è ripresa integralmente dalla rete internet fatti salvi tutti i diritti dell’autore al quale vanno rivolti di sicuro i complimenti per l’opera fotografica.

10/01/2014 – Alberto De Luca