Saviano, l’Onu e il funerale della Calabria: Confindustria si schiera contro ‘ndrangheta e usura bancaria

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Dal blog Guardie o ladri di Roberto Galullo: Molti lettori mi hanno chiesto in queste settimane di ragionare sulle ormai prossime competizioni elettorali in Calabria (voto regionale e amministrativo locale)…

Mi spiace, l’ho già fatto. Da ultimo ho scritto (si veda il mio post del  7 febbraio 2010 ma si veda anche quello del 16 gennaio 2010) che, comunque vada, sarà un successo: per la ‘ndrangheta e la massoneria deviata. Insieme, appassionatamente, per continuare a fare affari con la politica disgustosa e sporcare ancora di sangue questa splendida e maledetta terra.

Le liste per le elezioni calabresi, sono infarcite di collusi, pregiudicati, indagati, servi di condannati e ‘ndranghetisti, amanti, figli, figliocci, nipoti e gente che – come direbbe mia suocera – non toccherei neppure con una canna da pesca.

Ho già scritto che – con queste premesse – il prossimo consiglio regionale potrebbe battere il record mondiale di indagati. Attualmente sono (è una stima) 35. L’en plein nel prossimo consiglio non è certo ma è verosimile. Auguri vivissimi.

Ragion per cui ho sintetizzato nel titolo (che ripropongo parzialmente in questo post): buon funerale Calabria. Non c’è null’altro da aggiungere.

L’ONU? MEGLIO I COMMISSARI

La stampa nazionale si è in seguito sbizzarrita nell’infierire contro le liste fatte in Calabria (ma un po’ ovunque al Sud e non solo) e Roberto Saviano, traendo anche spunto dalle vicende calabresi, su Repubblica del 20 marzo si è spinto a chiedere, provocatoriamente ma non troppo, osservatori dell’Onu sul voto italiano.

Reputo l’idea una provocazione intellettuale: non si può chiedere di umiliare la sovranità di uno Stato che si esprime, all’apice, nel momento del voto. Se la democrazia – in certe parti d’Italia – non ha modo di dispiegarsi e dunque il voto è falsato e comprato, la colpa è innanzitutto degli italiani. E più specificamente di quella parte di meridionali che – nelle proprie regioni – in cambio di una bolletta pagata baratta il voto. Lo vuole? Bene: continui così e si cancellerà da sola da quel solco di civiltà, legalità e democrazia che pure – in tempi lontani – ha contribuito, e non poco, a scavare nel mondo. L’Onu, la Santa Sede e neppure gli alieni riuscirebbero del resto a far nulla. Come nulla possono gli osservatori internazionali che sovraintendono alle elezioni di Paesi africani e sudamericani. In questo modo il mondo occidentale civilizzato (?!) si pulisce la coscienza e prosegue con l’ipocrisia.

Su questo blog avevo avanzato – con il post che ho pubblicato il 9 ottobre 2009 – un’altra idea provocatoria e disperata che, però, presupporrebbe una modifica legislativa e una legge ad hoc. L’idea che lanciavo, per la Calabria (ma il ragionamento può estendersi ad altre parti d’Italia, sempre a partire dal Sud) è quella di una squadra commissariale (possibilmente prefettizia) che per anni (ripetasi: anni) governi la Regione. Tanto in Calabria i commissari si sprecano e perfino Antonello Venditti, che aveva provocato un putiferio con le sue uscite su questa terra, scrivevo ironizzando, poteva andar bene come supercommissario in Calabria.

C’è però bisogno di una modifica legislativa per commissariare la Regione. Al momento i commissari sono infatti previsti solo per gli enti locali e le Asl sciolte per mafia.

Ma c’è bisogno di una legge ad hoc (cosa costerà mai per chi in politica, a destra, al centro e a sinistra fa delle leggi ad personam uno stile di vita!), per dare la possibilità alla squadra commissariale di estromettere tutta la vecchia burocrazia dalla gestione ordinaria e straordinaria della vita amministrativa. Accompagnando i dirigenti alla porta – con il consenso dunque dello Stato – con graduali buonuscite e scivoli pensionistici. Sarà un prezzo salatissimo per lo Stato e, dunque, per tutti noi, ma mai paragonabile al costo che gran parte di costoro continueranno a rappresentare restando impunemente al proprio posto. Chi ha il coraggio di presentare una proposta di legge cosi? C’è il rischio di cancellare anche carriere promettenti e di gente onesta? Ammesso e non concesso che ciò sia vero (basti andare a vedere le reazioni negli anni della Corte dei conti calabrese), il popolo italiano se ne farà una ragione.

Per spazzare via questa classe dirigente (si fa per dire) c’è bisogno che la squadra commissariale rimanga in quel posto per anni, attingendo gradualmente a nuove forze e ricorrendo al distacco di dirigenti già sperimentati in altre regioni o in pubbliche amministrazioni (una sorta di tutoraggio costruttivo) ai quali venga dato innanzitutto il controllo di alcuni capitoli di spesa che rappresentano altrettanti canali di affarismo politico-massonico deviato-ndranghetistico:  la sanità, l’agricoltura e i fondi statali ed europei. Resta da capire se, in tutto questo, gli organi elettivi ed esecutivi (Consiglio e Giunta) possano essere eletti e composti per svolgere il proprio potere (cioè dare l’indirizzo e il controllo politico) o seppure non sia meglio sospendere le votazioni e accollare in capo allo Stato questo potere. Riflessioni pesanti, anche dialetticamente turbanti se volete, ma in tempo di guerra (e le mafie hanno da tempo dichiarato guerra allo Stato di diritto e alla democrazia) non si può andare tanto per il sottile. Se non ve ne foste accorti la situazione è disperata: la Calabria si sta avviando verso il suo funerale.

Questa è solo una parte di un lungo articolo, per chi interessato veda al link: http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2010/03/saviano-lonu-e-il-funerale-della-calabria-confindustria-si-schiera-contro-ndrangheta-e-usura-bancaria.html