C’era tanto entusiasmo ieri mattina in piazza San Pietro con milioni di persone a salutare il Pontefice agitando fra le mani un ramoscello di ulivo. Un evento che si è ripetuto in tutte le città e i comuni d’Italia. Milioni di persone hanno simbolicamente ricordato il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme.
La messa della domenica delle Palme si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca e Matteo. Una delle più antiche testimonianze rivissute attraverso un’efficace liturgia in cui i fedeli si radunano in un luogo lontano dalla chiesa, dove un sacerdote procede alla benedizione dei rami di ulivo e poi si da inizio alla processione fin dentro le mura della basilica prescelta per la celebrazione.
Una tradizione importante celebrata anche a Bisignano con appuntamento rievocativo in Cattedrale.
Nonostante l’importanza della giornata liturgica molti se ne sono ricordati solamente attraverso il continuato eloquio di una televisione sempre accesa. Qualcuno si è accorto che era il giorno delle Palme come accade quando ci si ricorda di certi odori che hanno la capacità di riportarti indietro nel tempo e contribuiscono a ricondurre a qualcosa che disgraziatamente si era dimenticato.
Un momento magico che nella totale distrazione di giornate vissute sempre allo stesso modo riportano ogni essere vivente alla memoria di contesti dimenticati, di volti e azioni di persone che rivivono tutta la vita nell’immagine simbolica di Gesù che entra in Gerusalemme.
“Da qualche tempo non ho più visto palme, frequentato messe o incontrato sacerdoti”.
A pensarci bene questo non è troppo importante, oggi che neppure quei ricordi ci appaiono troppo rilevanti. Sono soltanto momenti di un tempo che non c’è più e che dentro di noi si esaltano o si annullano a seconda del mood.
Meno male che c’è Papa Francesco a ricordarci sempre l’urgenza della Fede.
13/04/2014 – Alberto De Luca