Istanbul al contrario

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Il calcio vive di sue logiche a volte piantate su dei fili sottilissimi, quelli del destino di una squadra che può passare in pochi minuti dalla gioia più estrema alla delusione che ti distrugge il cuore. Nove anni fa, precisamente il 25 Maggio 2005, i tifosi del Liverpool vissero un momento simile.

La loro squadra stava perdendo meritatamente 3-0 una finale di Champions contro l’allora Milan di Ancelotti che nelle due precedenti stagioni aveva dominato l’Italia e l’Europa. Il pronostico era avverso ai giocatori in rosso e i primi 45 minuti confermarono sul campo tutto ciò, con Maldini e due volte Crespo ha creare un solco apparentemente invalicabile tra le due squadre. Il calcio però, come detto prima, vive su fili sottilissimi e nel giro di sei minuti i reds abulici del primo tempo si trasformarono in leoni, risalendo quel solco e giungendo infine ai calci di rigore dove un Milan ancora sotto shock cadde. Istanbul divenne così la terra dove il calcio aveva rotto ogni legame con la logica e il raziocinio, diventando terra di magie e di incubi in base ai colori di appartenenza. Istanbul ancora oggi per i tifosi del Milan è un colpo secco allo stomaco, una notte insonne, una ferita mai rimarginata, mentre sino a stasera per i tifosi in rosso Istanbul era l’incubo trasformato in sogno, impresa che solo loro erano riusciti a realizzare e che anzi, l’anno successivo, venne ripetuta (anche se in modalità diverse) nella finale di FA Cup sempre vinta dal Liverpool.

Ma stasera si è scritta una nuova pagina di questo sottile gioco di incastri e di destini, con una nuova vittima che abbandona i suoi panni di carnefice. Penultima giornata di Premier League, ultime speranze di titolo per i Reds, costretti a vincere obbligatoriamente e sperare in un passo falso del City nelle ultime due giornate perchè in caso di arrivo a pari punti il titolo volerà a Manchester per la differenza reti. Coscienti di ciò i giocatori in rosso scendono in campo con il piglio giusto, mettendo nella propria area gli avversari del Crystal Palace, incapaci di fermare la marea rossa: 3-0 dopo 60 minuti, lo stesso identico minuto in cui a Istanbul Gerrard e compagni siglarono il clamoroso pareggio. Nulla poteva fare pensare a quello che sarebbe accaduto da lì in avanti.

I Reds, alla ricerca di altri gol buoni per ridurre il distacco dal City nella differenza reti, spingono al massimo per 20 minuti e arrivati all’ottantesimo si trovano ugualmente con lo stesso vantaggio ma con pochissime forze nelle gambe. E qui comincia l’incubo al contrario: prima Delaney grazie ad una deviazione, poi Gayle riducono il vantaggio rosso ad un solo gol che diventa zero all’88°, quando Gayle trova la doppietta. 3-3, come ad Istanbul, in 8 minuti, due soli in più di quell’incubo turco. Comincia così una nuova partita, con i Reds a spingere alla ricerca di un gol miracoloso ma solo il neoentrato Moses si avvicina alla rete con un tiro che però viene rimpallato. Finisce al 95° con il triplice fischio il sogno Premier del Liverpool, che probabilmente anche questa stagione dovrà soltanto sognare un titolo atteso da 24 anni. Mercoledì il City recupera con l’Aston Villa in casa e poi chiude sempre nelle mura amiche contro il West Ham. Basteranno 4 punti agli azzurri per diventare campioni, mentre Liverpool e Chelsea devono sperare in un miracolo. Ma, probabilmente, tra le lacrime di Suarez e lo sguardo perso di Gerrard stasera gli ex carnefici hanno perso ogni speranza.

Il calcio è anche questo.