Bisignanesi, se l’abito facesse il monaco vestiremmo tutti gli scarponi

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Contadino, scarpe grosse e cervello fino, è un detto del passato secondo cui dietro a chi indossa sempre degli scarponi rifulge un individuo con un cervello fino.

Probabilmente, nel passato era così, chi indossava grosse scarpe svolgeva i lavori più umili i quali richiedevano anche un determinato uso dell’ingegno.

Oggi, di scarponi grossi se ne vedono ovunque ma di cervelli fini neppure a parlarne.

Un altro detto popolare afferma che l’abito non fa il monaco a voler significare che un uomo colto o ricco non si vede sempre dal vestito che indossa.

Nella situazione odierna, però, anche quest’affermazione, probabilmente, non trova più alcun riscontro.

Nella sociètà moderna senza l’abito buono non si va da nessuna parte. Verrebbe da dire che un soggetto nato senza la camicia ha meno possibilità di affermarsi rispetto a chi di abiti ne ostenta tanti e buoni.

Al giorno d’oggi, l’importante è smanettare un grosso smartphone, indossare capi di abbigliamento di marca, possedere l’ultimo modello di suv in commercio e avere denaro a volontà per soddisfare tutte le esigenze anche quelle più perverse e inconfessabili.

In pratica l’ostentazione coatta di uno status che in più dei casi non corrisponde al vero. Tant’è che molti soggetti cosiddetti simbolo ha una condizione sociale precaria: inoccupati, disoccupati, cassaintegrati, finti invalidi e disgraziati, l’importante però ed essere ugualmente al top.

In ogni caso, anche per quelli che un lavoro ce l’hanno e ricoprono un ruolo privilegiato, è bello nascondersi dietro a un elegante panciotto, gonfiarsi di se fino a scoppiare, immaginarsi i più potenti e ricchi del mondo e allo stesso tempo sapere di essere dei perfetti cretini.

Non ci vuole molto a trovarne di così, basterebbe recarsi in municipio, in un qualsiasi ufficio pubblico, in un’agenzia assicurativa, in una banca, all’ufficio postale, all’ASL, al pronto soccorso, alle sedi dei Consorzi di Bonifica, dei partiti, delle associazioni e così via. Ovunque, il cancro del dirigente o dell’impiegato imbecille è in agguato.

Quante file inutili per essere se stessi! Anche per ritirare le analisi ci vuole l’abito giusto altrimenti si rischia di fare la fila per sentirsi dire che l’ufficio sta per chiudere e il servizio è stato sospeso. Solo l’intervento di un uomo distinto, peraltro presentatosi solo in un secondo momento come un noto avvocato di zona, è riuscito col suo abito blu a terrorizzare il “professore” impiegato di turno e a far consegnare al pubblico in attesa i referti richiestigli anticipatamente.

L’abito in questo caso specifico ha fatto il monaco con le sue scarpe grosse e il suo cervello fino, ma il problema si porrà sempre, sopratutto per quelli che all’ufficio analisi si presenteranno senza “carta d’identità”, discretamente vestiti, pur essendo dei re, saranno considerati degli stupidi per mano di un imbecille impettito e profumato.

10/07/2014 – Alberto De Luca