Con la creazione della rete non possiamo non riconoscere che siamo stati gli artefici della genesi di una sorta di “meta-mondo” parallelo che, con tanto di negozi, università, posti di lavoro, luoghi di incontro e di confronto, vive costantemente in osmosi con la nostra realtà pragmatica, non limitandosi dunque ad essere un qualcosa di meramente teoretico, risultando, infatti, reale nonostante la sua astrattezza. Plasmare un sistema tentacolare e narcisistico di reti presenta i suoi vantaggi quali un crogiolo di comunicazioni ed informazioni fluenti,efficienti ed efficaci, ma tutto potrebbe degenerare in un coacervo di reati e nozioni claudicanti, trasformando la sveltezza delle informazioni in un incubo, dando vita a spiacevoli fenomeni come il cyberstalking. Non c’è una definizione precisa di questo termine, ma in via approssimativa e leggermente peregrina possiamo classificarlo come un insieme di comportamenti dolosi pendenti verso la generazione di molteplici molestie dalle svariate connotazioni, tendenzialmente indesiderate dall’interlocutore, il quale, a causa dell’esistenza del fatto umano, precipita in una sorta di turbamento interiore che ne condiziona il morale ed il sano vivere.
La creazione della rete ha generato questo fenomeno, anche perché il mondo virtuale ha la peculiare capacità di saper ben nascondere i propri agenti e di collegare gli interlocutori troppo bene. Il Cyberstalker non si limita alle pedisseque ed ossessive conversazioni caratterizzate dall’invio di migliaia di mail o messaggi in chat, ma potrebbe anche provocare danni ad una situazione giuridica esistenziale come l’immagine della vittima, tramite l’effusione di materiale che grazie al web si dipana in maniera rapida e spesso irreversibile. Il profilo psicologico di uno stalker online si confà a quello di un uomo od una donna che idealizza la sua vittima rendendola oggetto di fantasie che potrebbero degenerare in comportamenti violenti ed ossessivi.
Il cyberstalker è un “erotomane borderline” proprio a causa del suo amore ossessivo che si trasforma in un inseguimento compulsivo in un luogo virtuale come internet che molto spesso fornisce indirizzi di residenza delle persone fisiche con la terribile conseguenza di una trasposizione dei due mondi: dalle minacce su internet si passa al fatto materiale vero e proprio; tutto è facilitato dalla rete. Secondo la dottrina il cyberstalker non è soltanto colui che molesta una vittima online, ma anche chi tormenta forzati oblati con messaggi, contenenti informazioni a carattere propagandistico estenuanti, oppure installa, sui dispositivi elettronici e telematici altrui, software denominati spyware atti a monitorare costantemente l’attività del soggetto, costituendo un grave attentato all’inviolabile libertà personale nonchè alla segretezza delle comunicazioni e delle corrispondenze. Secondo gli ultimi dati il fenomeno è in progressiva e programmatica crescita e si verifica sopratutto nei confronti di donne a causa di uomini risentiti (e viceversa) corteggiatori inesperti, bisognosi d’affetto, respinti e predatori che come un’ ombra nera e persistente tendono a rendere asfittico il vivere delle loro vittime che spesso cadono in stato di sconforto e soffrono di disequilibrio emozionale nonché relazionale a causa dei comportamenti reiterati e persistenti dei loro carnefici.
Ogni suono di notifica del pc o dello smartphone si trasforma in un incubo persistente atto a deformare e distorcere la normale omeostasi psicosomatica che dovrebbe connotare il vivere delle persone. C’e chi trova il coraggio di denunciare alle autorità competenti chi invece si nasconde a causa della coercizione indiretta del timore reverenziale: bisogna fare della rete uno strumento di divulgazione conoscitiva non di oppressione.
Francesco Ferdinando Cristarella Oristano