Nuovi scavi per trovare il tesoro di re Alarico

Letture: 5389

Death_of_Alaric

COSENZA – Il mistero del tesoro di Alarico ha sempre suscitato molto interesse in tutta la nostra provincia. La leggenda racconta che Alarico, re dei Goti è stato sepolto con i suoi tesori nel fiume Busento e che gli schiavi, che avevano lavorato alla temporanea deviazione del corso del fiume, furono uccisi tutti perché fosse mantenuto il segreto sul luogo della sepoltura.

Il sindaco della città di Cosenza, Mario Occhiuto, ritenendo fondamentale investire sul patrimonio culturale, sta cercando di rendere Alarico un simbolo della città cosentina, arrivando addirittura a progettare un museo virtuale su di lui. Ma adesso, potrebbe esserci una svolta nella rivalutazione della vicenda che lega il re dei Goti alla città: Edward Luttwak, politilogo, consigliere della Difesa Usa interessato alla vicenda, si è recato a Cosenza, ospite del sindaco Occhiuto. Spinto dal suo interesse verso il re dei Goti, ha spiegato: “L’unico testo che menziona questa storia della morte di Alarico a Cosenza dopo che aveva saccheggiato Roma, è quello di Jordanes. -ha dichiarato – “A Roma non hanno distrutto molto, hanno distrutto pochissimo, hanno lasciato i dipinti, prendendo oro e argento, qualcosa di bronzo, cose leggere. Nelle case senatoriali trovavano infatti ori e argenti. C’è pochissima documentazione su questo. I goti usavano i letti dei fiumi, è comprovato”. Ma in particolare il politologo ha detto che potrebbe convincere un ingegnere israeliano a portare su Cosenza uno dei droni che Israele utilizza per individuare i tunnel usati da Hamas per entrare in Israele. “Tutti gli storici del mondo – ha concluso Luttwak – potrebbero venire a Cosenza a vedere le monete, i monili e ciò che si potrà trovare”.

Ma un altra leggenda, racconta che la tomba di re Alarico si trovi a Bisignano, in località Grifone, in cui svetta il Cozzo Rotondo: Probabilmente un tumulo funerario di forma circolare ellittica, che ricorda in modo impressionante le tombe concepite dai Goti. Proprio qui alla fine degli anni ’80 si sono recati molti studiosi per effettuare delle ricerche e ne fu stabilita la natura artificiale, ma poichè non si è voluto proseguire con gli esami, per tutelare l’integrità del “Cozzo Rotondo”, questo ha continuato a mantenere il suo mistero.

Fra i tesori che Alarico saccheggiò a Roma, nel 410 a.C. la leggenda narra vi sia anche la Menorah, il candelabro a sette braccia in oro massiccio, oggetto di culto per le religioni ebraica, cattolica e islamica.

Video da: Telecosenza