Dopo quarantacinque lunghi giorni di infortunio torna in casa Juve la promessa blanca Alvaro Morata. Recuperato l’infortunio al ginocchio, è finalmente tornato ad accarezzare il pallone giocando un tempo nell’amichevole bianconera contro la Pro Settimo Eureka (Serie D).
Nel primo test in bianconero ha giocato a destra nel tridente con Tevez e Llorente, muovendosi bene e senza forzare. L’obiettivo dello spagnolo è quello di essere pronto per la gara contro l’Udinese o al massimo per le gare con Malmo e Milan. L’obiettivo è quello di inserirsi nelle scelte di Conte, lasciandosi definitivamente alle spalle la sfortuna.
Alvaro è un attaccante moderno che unisce potenza, tecnica e concretezza sottoporta. E’ veloce, nonostante i 187 cm di altezza, è opportunista, bravo di testa ma che non ha in mente solo il gol, essendo capace di dialogare con i compagni. Allegri lo vorrebbe schierare come seconda punta o come esterno in un tridente, facendolo quindi giocare sia con Tevez che Llorente ma anche con uno soltanto dei due.
Destro naturale ma ottimo tiratore anche con il sinistro, il suo meglio sono i gol dalla panchina, come dimostrato dalle otto reti realizzate nell’ultima Liga tutte da subentrato. Per questo Morata può diventare una carta preziosissima per Allegri. Già nella gestione Conte i gol dei panchinari furono importanti (25 in 3 anni), a dimostrazione che la panchina, come nel basket, è decisiva anche nel calcio. Un esempio di queste doti di Morata è il suo esordio agli Europei Under 21 poi vinti la scorsa stagione: entrato contro la Russia nella gara d’esordio al 37° del secondo tempo, realizza il gol della vittoria per la Spagna. In quel torneo sarà capocannoniere con quattro reti, come anche nell’Europeo Under 19 del 2011 (con sei reti). Allegri non vede l’ora di sfruttare queste doti per il bene suo e della Juve.