Alex Zanardi è un eroe contemporaneo, capace di vincere le avversità e di regalare un sorriso a tutti. Nello sport e nella vita ha dimostrato, e dimostra ancora, che dalle avversità si può trarre anche qualche lezione, soprattutto quando il peggio è passato. Certo, parlare di Zanardi porta la memoria al terribile incidente che gli troncò le gambe, costringendolo a una nuova vita, ma la lezione di Zanardi, forse, è da inserire in qualsiasi manuale, a ogni livello e in ogni ambito. Un uomo fatto con il fil di ferro è questo bolognese dai tratti comuni, capace di ricostruire una vita partendo dalla sua forza d’animo, con l’incidente divenuto una parentesi da dimenticare, per non farsi influenzare dal futuro. Nel 2012, Zanardi ha trionfato nuovamente e meritatamente, con la XIV dei giochi paralimpici che lo erge ad assoluto esempio. Con l’handbike, ormai, ha raccolto e superato una nuova sfida: vincere la medaglia, sia a cronometro che su strada. Non a caso, è l’handbike lo strumento del nuovo riscatto: il particolare tipo di bicicletta che si muove solo con la forza delle proprie braccia in cui, oltre a girare le ruote, si mettono in moto anche le idee e la tenacia durante il cammino. Il 5 Settembre Zanardi conquista l’oro nella gara disputata a Brands Hatch, e due giorni dopo ottiene il suo secondo titolo paralimpico, nella prova su strada questa volta. Passano altre ventiquattro ore, e arriva una nuova medaglia: stavolta Zanardi si “accontenta” di un argento nella staffetta a squadre miste. Diventa, poi, il portabandiera azzurro nella cerimonia di chiusura dei giochi e, come spesso gli accade, cambia all’improvviso spartito e diventa nuovamente conduttore televisivo. A lui sono state affidate, infatti, le chiavi di “Sfide”, il programma dove lo sport diventa metafora di vita e dove la vita, in fondo, è una gara per vincere con se stessi. E Zanardi, con una conduzione pulita, senza presunzione ed entusiastica, è l’esempio di un uomo che vive per sfidare le avversità.
Massimo Maneggio
Si segnala quest’ultima impresa (Fonte: Il fatto Quotidiano)
Alex Zanardi ha compiuto un’altra impresa, riuscendo a completare una tra le gare più faticose al mondo, il campionato mondiale di Ironman Triathlon alle Hawaii. Il bolognese ha chiuso al 273esimo posto, centrando l’obiettivo arrivare al termine della durissima competizione, composta da 4 chilometri di nuoto, 180 chilometri in bicicletta e 42 chilometri di maratona (per lui in carrozzina). Zanardi, che tra pochi giorni compirà 48 anni e che nel 2001 ha perso le gambe a causa di un terribile incidente automobilistico, è riuscito a completare la gara in meno di 10 ore malgrado le condizioni difficili in cui si è gareggiato con caldo oltre i 30 gradi e un elevato livello di umidità.
“Che emozione: migliaia di persone che urlano il tuo nome e lo speaker che dichiara: Alex Zanardi, you are an ironman!”, è il commento che l’ex campione di Formula1 e medagliato paralimpico affida a Twitter al termine della dura competizione agonistica. L’atleta ha adattato la gara alle sue condizioni fisiche, nuotando col solo uso delle braccia, su una handbike per pedalare con le mani e in carrozzella al posto della Maratona. Il tempo finale di Zanardi è stato 9h 47′ e 14″, mentre il vincitore assoluto, il tedesco Sebastian Kienle, ha impiegato 8h 14′ e 18″.
Tra i 2.200 atleti che hanno partecipato alla competizione, sono stati almeno un centinaio i professionisti. In gara, per l’Italia, anche Luca Parmitano, il 38enne astronauta dell’Esa e pilota aeronautico, nonché ambasciatore del semestre di presidenza italiana dell’Ue. L’Ironman è “la” prova sportiva per eccellenza, visto che per superarla si devono unire resistenza, abilità e forza fisica. Una sfida dove non è importante arrivare sul podio, ma terminare il percorso entro il limite massimo di 17 ore. Il record della competizione è detenuto dall’australiano Craig Alexander che ha vinto l’Ironman Hawaii nel 2011 con un tempo di 8:03:56, mentre tra le donne è stato stabilito l’anno scorso dall’australiana Mirinda Carfrae (vincitrice dell’edizione 2014) in 8:52:14.
Alex Zanardi, dopo due ori paralimpici a Londra, conquista quindi un’altra medaglia, chiudendo la terribile prova 19esimo tra le persone della sua stessa età (tra i 45 e i 49 anni). “Peccato per il vento contro che mi ha rallentato, facendomi rischiare di cadere – commenta Zanardi a fine gara – Ma che emozione l’arrivo”. Il primo degli italiani nella gara è stato Daniel Fontana, 33esimo in 9:37:44. Più indietro l’uomo dello spazio, Luca Parmitano, che alla sua prima esperienza ha chiuso alla posizione 1.513 in 12:30:08. “È da circa sei mesi che mi alleno con in mente una gara di triathlon – dice l’astronauta italiano – Ho cominciato ad allenarmi prima ancora di sapere che sarei stato invitato al campionato mondiale. Mentre ero in orbita, ho cercato di pensare a una disciplina che rappresentasse una vera sfida, chiedendo a un amico di aiutarmi nell’iscrizione visto che ero nello spazio”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/13/alex-zanardi-diventa-un-iron-man-thriatlon-completato-in-meno-di-dieci-ore/1153415/