Queste prime giornate di campionato ci stanno riproponendo in grande stile uno dei giocatori migliori della nostra Serie A ma che nelle ultime stagioni, causa infortuni e panchine, non poteva dimostrare a tutti il suo immenso valore. Stiamo parlando di Fabio Quagliarella.
Arrivato in Serie A grazie all’Ascoli, è nella Sampdoria che esplode il talento napoletano, grazie a gol d’autore (splendido uno che realizzò da centrocampo a Verona) e ad una leadership invidiabile per la sua età. Contemporaneamente arriva le prime gioie in Azzurro (doppietta alla Lituania) e il trasferimento all’Udinese, dove insieme a Di Natale porta i bianconeri fino ai quarti di finale di Coppa Uefa, perdendo la sfida contro il Werder Brema dell’allora fenomeno Diego.
Nella stagione successiva, quella che anticipa i Mondiali, avviene il suo passaggio al Napoli, la squadra che da sempre faceva battere il cuore del ragazzo. Il feeling con i tifosi azzurri però non si creerà mai, causa aspettive troppo elevate e soprattutto alcuni errori non da lui. A fine stagione, però, arriva il Mondiale Sud Africano, quello in cui l’Italia esce al primo turno ma non di certo per merito di Fabio, che anzi rimane l’unico giocatore capace di brillare in quel difficile torneo.
La ribalta africana porta la Juve ad interessarsi all’attaccante, prelevandolo dal Napoli e mettendolo al centro dell’attacco. Fino a Dicembre è un Quagliarella show, a tal punto che i punti di distacco dal Milan capolista non sono molti, facendo sognare i supporter bianconeri. Ma in un triste anticipo di campionato della Befana arriva la sliding door che cambierà per sempre la storia di Fabio alla Juve: un brutto infortunio contro il Parma lo costringe a stare fuori dai campi di gioco per circa 9 mesi, rientrando solamente nella stagione successiva, quella del primo anno di Conte. L’allenatore di Lecce non vede mai Quagliarella come totem del suo attacco nonostante le tante segnature che il campano realizza (indimenticabili per i tifosi bianconeri i gol al Chelsea), relegandolo ai margini tra panchina e tribuna.
L’addio estivo di Conte sembrava aprire nuove prospettive alla Juve, ma con Tevez e Llorente davanti trovare spazio era difficile e così giunge la decisione più importante per la sua carriera: a 31 anni ci si rimette in gioco sempre a Torino ma sulla sponda granata, dove esordì circa quattordici anni fa. Il risultato è una partenza da urlo (escludendo il rigore decisivo contro il Copenaghen in Europa League, quattro reti finora), stabilendo cifre realizzative mai toccate in passato ad inizio campionato. Il Torino nelle prime giornate era in crisi, ma appena si è sbloccato il suo bomber la media punti è salita a 1,75 a partita, che in prospettiva potrebbero garantirgli la conferma del posto in Europa League.
Ma con un Quagliarella così si può sognare anche in questa stagione, cercando di spingersi oltre ogni limite in Europa.