Continua l’esposizione al trash sanremese. Stavolta ecco le madri (o anche le nonne) dei cantanti da talent.
Cambiamo fonte in questo caso:http://stoltiloquio.blogspot.it/2014/01/le-trashate-sanremesi-1-batte-forte.html
Tra poche settimane tornerà l’amato e odiato Festival della Canzone Italiana, lo stupendo Sanremo. Stupendo perché ogni anno ci regala tanto tanto trash, così tanto che ve lo vogliamo rinfrescare un po’ per volta: oggi ci dedichiamo ad un’esibizione che è passata alla storia come la peggiore mai vista negli ultimi vent’anni di televisione.
Cinque ragazze uscite da un talent show (il primo in Italia, che sarebbe dovuto rimanere l’ultimo) in onda su Italia1 (e abbiamo detto tutto) intitolato “Popstars” (dobbiamo aggiungere altro?): il nome del gruppo è stato scelto da una fan (non ci sono più i discografici di una volta), cioè Lollipop. E le mitiche cinque sono subito schizzate in cima alle classifiche con una hit che ancora oggi risuona nei nostri cuori. Questa.
Un video elaboratissimo, un twerking ante litteram, stivali a punta come se non ci fosse un domani. L’anno successivo tentano la carriera in italiano con una canzone chiamata “Batte forte”: la portano a Sanremo 2002 (presentato da Pippo Baudo, vinto dai Matia Bazar tra i big e Anna Tatangelo tra i giovani: o tempora, o mores! non ci sono più le vaccate di una volta. Bei tempi), ma purtroppo la prima sera i loro auricolari hanno un guasto e loro non si sincronizzano: il risultato è il disagio allo stato puro. Godetevi tutto questo brio, quei toppini a righe, quei jeans a vita bassa così anni 2000, quella coreografia così semplice ma toccante.
La critica non ha accolto la novità di questo pezzo, dal testo profondissimo, che alla luce degli anni trascorsi si colora di doppi sensi e ambiguità.
Sotto i fari di questa realtà
Inseguendo strade dove chissà
Fermeremo il tempo
Vivendo giorni veri
Sognando come ieri
Cantando con questo ritmo che va Batte forte inesorabile
Questo amore senza limite
Non passerà la voglia che ho di te
Ora che ti sento
Storie che s’incrociano e siamo qua
Tra emozioni e sogni senza età
Cinque anime un’identità
Sempre in movimento
Vivendo giorni veri
Sognando come ieri
Ballando questo ritmo che va
Batte forte inesorabile
Questo amore senza limite
Non passerà la voglia che ho di te
Ora che sento
Brucia forte inesorabile
La passione tra le lacrime
Accenderà la voglia che ho di te
Ora che ti ho dentro
Libera, anima
Quanta vita che ancora passerà
In questa dolce realtà
Batte forte inesorabile
Questo amore senza limite
Non passerà la voglia che ho di te
Ora che sento
Brucia forte inesorabile
La passione tra le lacrime
Accenderà la voglia che ho di te
Ora che ti ho dentro
Ahimé le Lollipop si sono sciolte nel 2004, ma la scorsa estate ci hanno regalato una reunion epica con un titolo originalissimo: Ciao. Delle cinque ne manca una, Dominique, la Geri Halliwel de noantri.
Ma che fine hanno fatto le Lollipop?
Marta Falcone nel 2009 ha fatto un calendario (lallero) e pubblicato un singolo intitolato “Vera e severa” (lallero, vabbé) nel cui video si spaccia per la sosia di Jennifer Lopez (lallero, vabbé proprio).
Marcella (in arte Marcellina) Ovani è la nostra preferita, nonché una guru spirituale: i capelli blu sono una scelta forte che va apprezzata. La Ventura l’ha scartata da X Factor nel 2008 (what??) e ha pubblicato qualche canzone random negli anni, tipo Sorridimi (really??), e si è fidanzata con Gabry Ponte (wtf??).
Veronica Rubino ha un imbarazzante blog gestito da un fan (te prego) e si è data alla produzione discografica fondando un’etichetta tutta sua, la Deependente (te prego pe’ davero).
Roberta Ruiu ha fatto la corteggiatrice a Uomini & Donne (parliamone) ma dopo questa esperienza filosofica ha deciso di tornare dall’ex marito e padre dei suoi figli Daniel, dichiarando: “Grazie a Maria -De Filippi, ndr– ho riunito la famiglia e le Lollipop” (parliamone però). Ha deciso di fare le cose in grande stile e si è sposata in diretta tv su Pomeriggio 5 (parliamone, siamo seri).
Dominique Fidanza ha mandato tutti a cagare, ora vuole fare l’artista vera. Ha dichiarato: “Sono anni che non guardo più il Festival di Sanremo, non ho la televisione. La partecipazione nel 2002 fu per me un disatro, psicologicamente spaventoso, non ho un bellissimo ricordo” (placati). Ha partecipato alla “Star Academy” francese nel 2006 arrivando seconda e duettando con Rihanna (ecco la prova video) e l’anno scorso ha pubblicato un album intimo e malinconico che si chiama “Solipsiste” (placati un’altra volta).
Per noi le Lollipop rimarrano sempre un faro nell’oscurità della discografia italiana, il nostro cuore batte forte per loro. Ma soprattutto brucia. Forte!
Torniamo alla fonte classica:http://ozappatore.blogspot.it/2006/09/lollipop-batte-forte-2002.html
Siamo nel 2002 e il Festival vede il trionfo diMessaggio d’amore, una mazurka degna da Sagra dello gnocco fritto, interpretata dell’orchestra spettacolo Matia Bazar, Incredibile se si pensa che in gara c’erano pezzi come Salirò di Daniele Silvestri,Dimmi come di quell’adorabile nanetta che è Alexia, La mia canzone di Mino Reitano e questa Batte forte delle Lollipop.
Le Spice Girl all’ammatriciana si formarono nel 2000 grazie al programma MediasetPopstars, che selezionò cinque giovani cantanti offrendo in premio la possibilità di registrare un intero album. Il loro primo singolo Down down down vince addirittura il disco di Platino nel 2001, una volta di più quanto il pubblico italiano sia farcilmente lobotomizzabile.
Il 2002 doveva essere l’anno della svolta: sul palco dell’Ariston le Lollipop avrebbero finalmente raggiunto la pubertà artistica. Davanti a circa 16 milioni di spettatori le Lollipop diedero vita a quello che sarebbe stato lo spettacolo più imbarazzante della loro (breve) carriera e di quell’edizione del Festival. Le cinque squinzie, munite di microfonini alla Ambra, si esibirono in un balletto studiata presumibilmente dallo stesso coreografo dei mitici Ragazzi Italiani. E, troppo concentrate sulle elementari mossette da eseguire, dimenticarono completamente che a Sanremo, in teoria, quello che conta è la canzone. Eseguirono l’intero brano completamente fuori tempo e ciascuna in una propria tonalità scelta sul momento (per vedere l’esibizione cliccate qui). E poi qualcuno si ostina ancora ad osteggiare il playback!Alla fine dell’esibizione le ragazze vennero fischiate dall’intera platea e, nel giro di poche ore, l’mp3 della loro esibizione live divenne un “must have” per il popolo di internet. Per la seconda esibizione (guardatela qui) live delle Lollipop, la loro manager impose alcune modifiche al pezzo, facendo eliminare i vocalizzi più complessi. Il risultato non cambiò poi molto nonostante la semplificazione. “Sono giovani e l’emozione ha giocato brutti scherzi” si disse a loro discolpa. Contando che le Lollipop erano reduci da un tuor la scusa non resse molto. E poi se parliamo di giovane età che dovremmo dire, allora, dei Gazosa?
Il brano arrivò penultimo nella classifica finale (solo Omar Pedrini riuscì a fare peggio di loro, conquistando l’ultimo posto) e le vendite del singolo furono deludenti. Del brano in sè non c’è poi molto da dire: Batte forte è il classico pezzo disco-pop infantile come tanti altri, forse più brutto di tanti altri. Il testo racconta la solita storiella delle cinque ragazze che combattono per ottenere successo e amore. Nulla di cui valga la pena parlare.
Dopo un successivo album che raggiunge ben il 75esimo posto nella classifica delle vendite, le Lollipop si sciolsero lasciando un vuoto nei cuori degli adolescenti italiani.
Giusto per dovere di cronaca: qualche tempo dopo la conclusione del Festival si scoprì che Giarcarlo Golzi, batterista dei vittoriosi Matia Bazar, era cugino del sindaco di Sanremo (nonché direttore artistico dell’Accademia della Musica, organo responsabile delle selezioni di camtanti e giurie). Il risultato era pilotato! Invalidate tutto, in realtà avevano vinto le Lollipop!