L’Inter Primavera del nuovo millennio sembra essersi trasformata d’incanto in fabbrica di grandi attaccanti. Da Martins a Pandev, da Meggiorini a Piovaccari, passando per Biabiany e arrivando ai nazionali Balotelli e Destro. Gli ultimi? Livaja e Longo, coppia d’oro vincitrice di NextGen e scudetto nel 2012. L’ultimo anno vincente della Primavera nerazzurra, ma non del vivaio.
L’Inter ha vinto nove titoli negli ultimi cinque anni: uno scudetto Primavera, due Viareggio Cup, una NextGen, uno scudetto Berretti, uno Allievi, due Giovanissimi e una Supercoppa Allievi. La bacheca s’è riempita di trofei, così come lo spogliatoio dei grandi ha saputo trovare energie fresche da ragazzi pronti all’uso nel momento del bisogno.
Del resto è questo quello che si chiede ai vivai: formare oggi i protagonisti del domani. Sembra una banalità, eppure è un lavoro duro, da coltivare negli anni.
Pandev e Martins sono stati i pionieri di una nuova epoca in casa Inter. Fenomeni in Primavera, ma presto talenti da Serie A. Il macedone era talmente superiore alla media che la Lazio, per lasciar partire Stankovic, considerò il suo cartellino imprescindibile per il buon esito della trattativa. Non fu un addio, ma un arrivederci. E dopo aver rotto con la Lazio torno ad Appiano per la stagione dei sogni, quella del Triplete. In quella squadra faceva già le prime bizze Mario Balotelli, quello che Massimo Moratti definì la risposta nerazzurra all’arrivo di Pato al Milan. Balotelli lasciò presto la Primavera, perché tanto dietro di lui scalpitava Destro, con cui insieme aveva vinto il Viareggio. Un cerchio perfetto.
Come perfetta era la squadra di Stramaccioni prima e Bernazzani poi: Next-Gen e scudetto nel 2012. Ma Livaja in A poi ha fatto fatica, più o meno come Longo, che lunedì è stato super proprio contro l’Inter, ma a Cagliari – così come prima all’Espanyol e al Verona – nessuno ha più rivisto il cecchino di quella stagione. Zola lo aspetta, come Di Biagio per la sua Under, per il sogno Europeo con vista sull’Olimpiade. Il c.t. ha già avuto modo, intanto, di testare Bonazzoli. Non una sorpresa: Federico ha sempre giocato sotto età nelle nazionali giovanili e Di Biagio – in federazione dal 2011 – lo stima da tempo. Sarà uno dei fari del prossimo biennio U21, questo è sicuro. E all’Inter hanno già trovato chi potrebbe ripercorrerne le orme. Andrea Pinamonti ha solo 15 anni, ma segna in tutti i modi e in ogni categoria, soprattutto sotto età. Ritornello già sentito. È lui il nuovo prodotto marchiato Made in Inter.
Armando Zavaglia