Oggi nel parcheggio della sede del Liceo Scientifico di Acri è stata tracciata una linea di separazione non troppo metaforica che dovrebbe servire a dividere i liceali dagli studenti dell’I.T.C.G.T. Falcone, ospitati presso l’edificio in quanto la provincia non può più permettersi i costi della sede di uno degli indirizzi dell’istituto professionale.
Le polemiche sorte attorno a quest’ospitalità forzata sono state tante tra la fine di agosto e l’inizio di settembre: inizialmente sono stati i ragazzi stessi, visto che in precedenza il Classico ha occupato per cinque anni il terzo piano in condizioni pessime per l’insegnamento (le aule troppo alte, per esempio, fanno rimbombare la voce del docente o le finestre poste alle spalle dei ragazzi portano un riflesso sulla lavagna rendendola, di fatto, inutilizzabile) e con le voci sulla sicurezza sempre in bilico, hanno voluto chiarezza e finché tale non è arrivata, assieme l’impegno della provincia di rendere tali aule più vivibili, hanno occupato la loro scuola, al che sciolsero l’occupazione. Poi il continuo tiro di fune sulle responsabilità dei due dirigenti: ora l’innalzamento di un “muro di berlino” risulta essere nient’altro che la crescita naturale del problema. Una linea di separazione, un corridoio tra il muro che delimita il parcheggio sulla sinistra della struttura e il resto del parcheggio affinché i ragazzi del Falcone camminino in una zona esente di responsabilità fino all’ingresso secondario posto al primo piano.
Cos’altro ci sarà nel futuro del sistema scolastico acrese, un clima sereno e comunitario affinché i gli studenti possano dispiegare i loro talenti o altre lotte di un mondo “dei grandi” percepito come lontano e ostacolante?
Alfredo Arturi