Un interessante saggio sui rapporti storici tra la comunità albanese di Santa Sofia d’Epiro e la vicina Bisignano è stato pubblicato dall’editrice MIT di Cosenza a cura di Rosalbino di Fasanella d’Amore di Ruffano, in collaborazione con Demetrio Baffa Trasci. Rosalbino di Fasanella d’Amore di Ruffano non è nuovo a queste iniziative in quanto la sua lunga attività di ricercatore e saggista inizia nel lontano 1963 con una serie di Memorie su Bisignano ed il suo interland che trattano argomenti di carattere economico e sociale…
Il saggio è completato da una raccolta di dati desunti dal Libro Fondiario di Giuseppe Fasanella (1752 + 1817) che fu Sindaco e Conciliatore di Bisignano, nonché regio Procuratore Diocesano. Per come scrivono i curatori del saggio, il Libro del Fasanella, redatto significativamente “per memoria dei posteri”, viene a rappresentare uno strumento pressochè unico per lo studio della toponomastica rurale e degli assetti proprietari che caratterizzavano la società di allora.
Nella presentazione del testo gli autori ricordano la fondazione di Santa Sofia avvenuta sul finire del IX° secolo ad opera di un manipolo di soldati greci e dicono dell’antichissimo legame che l’ha tenuta stretta alla vicina città di Bisignano anche per la lunga infeudazione fatta alla casa Sanseverino di Bisignano a seguito della formale alienazione della cittadina da parte di mons. Piccolomini d’Aragona, vescovo di Bisignano, addì 8 novembre 1517, al principe Pietro Antonio Sanseverino.
I rapporti tra Santa Sofia e Bisignano furono quindi sempre intensi e s’infittirono col passare del tempo e con l’arrivo delle popolazioni esuli provenienti dall’Epiro, in forza anche della concessione del vescovo Giovanni Frangipane dè Freddipennati che le aveva accolto nel vecchio casale.
Fu proprio con la venuta dei profughi albanesi che i rapporti con la città di Bisignano andarano ulteriormente rafforzandosi attraverso l’unione di singole famiglie e persone sofiote che mirano a consolidare il proprio prestigio unendosi ai più illustri casati, così come avvenne tra le famiglie albanesi dei Baffa, Baffa Trasci, Becci, Lopez e Marchianò e alcune tra le primarie famiglie del Seggio dei Nobili di Bisignano, vedi Fasanella, Gallo, Pisa e Trentacapilli.
Nella parte generale del Saggio gli autori sviluppano gli aspetti fondamentali che costituiscono la storia dei rapporti tra la città di Bisignano e Santa Sofia, divenuta Santa Sofia d’Epiro nel 1863, per poi approfondire il discorso sulle famiglie delle due Comunità e sui loro rapporti.
L’opera è dotata di ricchi riferimenti, citazioni e rare illustrazioni, nonchè di tantissime notizie, compresi numerosi alberi genealogici delle famiglie nobiliari, che possono soddisfare le richieste di studiosi che si occupano di queste cose.