Hamilton campione del mondo

Letture: 2843

LEWIS HAMILTON CAMPIONE DEL MONDO IN MESSICO

Lewis Hamilton è campione del mondo per la quinta volta in carriera. È questo il verdetto del GP del Messico. Hamilton eguaglia i 5 titoli mondiali conquistati da Juan Manuel Fangio (1951, 1954, 1955, 1956, 1957) e mette nel mirino i 7 mondiali vinti dal grande Michael Schumacher (1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004). Il pilota inglese è nuovamente campione del mondo dopo i successi del 2008, 2014, 2015, e 2017. In Messico la Mercedes del pilota inglese disputa il GP più brutto della stagione. Eppure sotto la bandiera a scacchi i riflettori sono tutti per lui. Negli anni avvenire nessuno ricorderà la gara magistrale della Red Bull di Max Verstappen, capace di doppiare per ben due volte, Hulkenberg, Leclerc, Vandoorne, Ericsson, Gasly, Ocon, Hartley, Stroll, Sirotkin, Magnussen, Grosjean. Nel gruppetto dei doppiati anche la Mercedes di Valtteri Bottas (+1 giro). Solamente per poche curve non termina doppiata la Mercedes del campione del mondo Lewis Hamilton, quarto al traguardo e in netta difficoltà sia con le gomme, sia con le prestazioni della Mercedes. Sul podio le due Ferrari di Vettel e Raikkonen protagoniste assolute di un GP disputato all’attacco. Nessuno ricorderà l’annuncio shock di Daniel Ricciardo “ho troppa sfortuna non correrò le ultime due gare” in seguito all’ennesimo ritiro causato dalla rottura del motore Red Bull – otto in stagione – quando era in seconda posizione. Tutto questo mentre il compagno di team Verstappenn conquista una vittoria incredibile. Ma il protagonista è solo uno, Lewis Hamilton. Dopo una prima parte di stagione disputata in difesa contro la supremazia in pista della Ferrari, Hamilton è riuscito a prendere il largo in classifica dopo le quattro vittorie consecutive ottenute a Monza, Singapore, Russia e Giappone. Quattro vittorie alle quali si aggiungono i successi di Baku, Montmelò, Francia, Germania, e Ungheria durante la prima parte di stagione. La Ferrari di Vettel è stata artefice del proprio destino. Le vittorie nei primi due GP di Melbourne e Shakir avevano messo subito le cose in chiaro. La macchina da battere in questa stagione è la rossa di Maranello. Ma è solo un’illusione. Nei momenti decisivi della stagione la Ferarri mette in pista un’errore dietro l’altro. La vittoria di Vettel nel GP di Silversonte (decimo appuntamento stagionale) consente al pilota tedesco di prendere la leadership della classifica con 171 punti contro i 163 di Hamilton. Ma in Germania Vettel è tradito dalla pioggia al 51° giro. Arriva lungo alla curva Sachs e da un possibile +25 si ritrova con uno 0 in classifica, regalando di fatto, la vittoria a Lewis Hamilton. Nel GP di Monza succede tutto alla prima curva. Partito dalla seconda posizione accanto al poleman di gara Kimi Raikkonen, Vettel tenta l’attacco al compagno di team alla prima curva, ma tra le due vetture c’è un contatto che manda in testacoda la Ferrari di Vettel. Raikkonen sfiora la vittoria ma in crisi di gomme è costretto a subire il sorpasso di Hamilton che conquista il quinto successo stagionale. La rimonta di Vettel termina ai margini del podio. Nel GP del Giappone un contatto tra Leclerc e Magnussen alla partenza manda la Safety car in pista per rimuovere i detriti in pista. Alla ripartenza Hamilton guida il gruppo. Vettel tenta l’attacco a Verstappen ma i due si toccano e il pilota tedesco finisce in testacoda. Hamilton vince il GP mentre Vettel non va oltre la sesta posizone. In America sul tracciato di Austin vittoria strepitosa di Kimi Raikkonen. Ma ancora una volta, Vettel è costretto a rimontare dal fondo dopo un contatto con la Red Bull di Ricciardo che manda in testacoda la rossa numero 5. Vettel termina la gara in quarta posizone mentre Hamilton riesce a conquistare il secondo gradino del podio. In Messico la Red Bull di Verstappen ha rimescolato i valori in pista, ma i rimpianti della rossa di Maranello restano davvero tanti. Tra due settimane in pista per il GP del Brasile prima dell’ultimo appuntamento stagionale con il GP di Abu Dhabi.
GP Messico, 4.304km, 71 giri, 305.354km totali.
Griglia di partenza
1 D. Ricciardo (Red Bull) 1’14″759 2 M. Verstappen (Red Bull) 1’14″785, 2 L. Hamilton (Mercedes) 1’14″894 4 S. Vettel (Ferrari) 1’14″970, 5 V. Bottas (Mercedes) 1’15″160 6 K. Raikkonen (Ferrari) 1’15″330, 7 N. Hulkenberg (Renault) 1’15″827 8 C. Sainz (Renault) 1’16″084, 9 C. Leclerc (Sauber Alfa Romeo) 1’16″189 10 M. Ericsson (Sauber Alfa Romeo) 1’16″513, 11 E. Ocon (Power Point Force India) 1’16″844 12 F. Alonso (McLaren) 1’16″871, 13 S. Perez (Power Point Force India) 1’17″167 14 B. Hartley (Toro Rosso) 1’17″184, * 15 P. Gasly (Toro Rosso) no time 16 R. Grosjean (Haas) 1’16″911, 17 S. Vandoorne (McLaren) 1’16″966 18 K. Magnussen (Haas) 1’17″599, 19 L. Stroll (Williams) 1’17″689 20 S. Sirotkin (Williams) 1’17″886.
* Retrocesso in ultima posizione per la sostituzione della power unit.
Ordine d’arrivo
1 M. Verstappen 1h38’28″851, 2 S. Vettel +17″316, 3 K. Raikkonen +49″914, 4 L. Hamilton +1’18″738, 5 V. Bottas +1 giro, 6 N. Hulkenberg +2 giri, 7 C. Leclerc +2 giri, 8 S. Vandoorne +2 giri, 9 M. Ericsson +2 giri, 10 P. Gasly +2 giri, 11 E. Ocon +2 giri, 12 B. Hartley +2 giri, 13 L. Stroll +2 giri, 14 S. Sirotkin +2 giri, 15 K. Magnussen +2 giri, 16 R. Grosjean +2 giri.
Classifica piloti
L. Hamilton 358, S. Vettel 294, K. Raikkonen 236, V. Bottas 227, M. Verstappen 216, D. Ricciardo 146, N. Hulkenberg 69, S. Perez 57, K. Magnussen 53, F. Alonso 50, E. Ocon 49, C. Sainz 45, R. Grosjean 31, P. Gasly 29, C. Leclerc 27, S. Vandoorne 12, M. Ericsson 9, L. Stroll 6, B. Hartley 4, S. Sirotkin 1.
Classifica costruttori
Mercedes 585, Ferrari 530, Red Bull 362, Renault 114, Haas 84, McLaren 62, Racing Point Force India 47, Sauber 36, Toro Rosso 33, Williams 7.
Prossimo appuntamento 12 novembre GP Brasile – Interlagos.
Massimiliano Aquino