Coronavirus, scatta allarmismo anche a Bisignano

Letture: 18673


L’Italia in queste ore sta assistendo alla comparsa di un focolaio di infezione da SARS-CoV2, che causa una sindrome respiratoria. Sono oltre 100 i casi di contagio concentrati al Nord Italia, in un’area limitata del Lodigiano e in Veneto con un decesso, di una persona anziana già ricoverata per altre patologie.

In queste ore il sistema di sorveglianza sta cercando di: identificare la fonte dell’infezione e limitare la diffusione del virus.

Ma tra i rischi più importanti di cui oggi vogliamo parlare, è quello della disinformazione e delle fake news che hanno raggiunto anche la Calabria e Bisignano. In particolare, un audio che gira su Whatsapp sta mettendo in allarme i cittadini bisignanesi.

Non vi riporteremo l’audio, ovviamente, perché non vogliamo offrire materiale senza fonte e pronto per essere condiviso. L’audio WhatsApp, in sostanza, riferisce che una insegnante sarebbe tornata a Bisignano da Codogno, e invitando quindi la gente a non festeggiare il Carnevale e non recarsi nei centri commerciali per evitare il contagio.

Quel che è giusto fare è evitare la diffusione di audio Whatsapp, nonchè di notizie dubbie, che possono impaurire e rendere difficile la diffusione di notizie certe.

L’Amministrazione comunale di Bisignano è in continuo contatto con la prefettura e con l’ASP per valutare OGNI POTENZIALE RISCHIO e per comunicare OGNI SEGNALAZIONE in suo possesso. Sollecitando la cittadinanza a mettere in atto le precauzioni che già segnaliamo da giorni, invitiamo alla MASSIMA PRUDENZA nella diffusione di notizie non verificate e non corrette

Al momento l’unica notizia ufficiale è che non esiste nessun contagio di coronavirus in Calabria. L’unico caso sospetto nel Reggino è risultato negativo.

Giusto prendere precauzioni ma inutile farsi prendere dal panico. Per evitare eccessivo allarmismo è bene ricordare innanzitutto che 19 casi su una popolazione di 60 milioni di abitanti rendono comunque il rischio di infezione molto basso.

L’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva.

I comportamenti di buon senso da mettere in campo sono semplici: coprire la bocca e il naso se starnutite o tossite, lavarsi spesso le mani, non sputare per terra, non lasciare in giro fazzoletti usati, non recarsi all’ospedale per trovare amici o famigliari se non strettamente necessario.

In caso di sintomi di malattia respiratoria, meglio restare a casa e contattare il medico che valuterà la situazione.

Il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina, soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati. Non serve correre al pronto soccorso né chiudersi in casa.