Rientrati dal nord: la chiusura delle scuole e delle Università, sta favorendo il rientro al Sud di tantissimi insegnanti e studenti.
Lavoratori, insegnanti e studenti universitari che, per paura del contagio dell’infezione Coronavirus, hanno deciso di rientrare dalle regioni del Nord, sopratutto da Lombardia e Veneto, per arrivare nella tanto amata Calabria.
Un maxi esodo, quantificato in circa 100.000 calabresi in mobilità verso sud, che presenta due valutazioni opposte.
Da una parte ci sono le famiglie che in questo momento vorrebbero avere a casa i propri congiunti, più al riparo dal diffondersi della malattia.
Dall’altro c’è il grave rischio di un aumento di contagio, da parte di chi, anche inconsapevolmente, ha contratto il virus e fa ritorno dai propri parenti e concittadini.
La Calabria è al momento la regione meno colpita dal contagio del Covid-19 ma anche quella con la situazione sanitaria più a rischio, nel caso dovesse verificarsi una certa diffusione del virus stesso. Per questo La Regione ha messo in predisposto il Piano Operativo ed ha chiesto che nel territorio di ogni Azienda Sanitaria Provinciale, vengano istituite Unita’ di Crisi Locali per garantire la partecipazione l’indispensabile raccordo con i sindaci e le Forze dell’Ordine.
“Sempre al fine di assicurare il contenimento della diffusione del virus Covid-19 stiamo valutando misure volte ad una rimodulazione delle attività ospedaliere, sia nelle aziende pubbliche che private, con particolare riferimento alle attività ambulatoriali (ad eccezione, ovviamente di quelle urgenti ed indifferibili: dialisi, chemioterapia) ed all’attività di ricovero in elezione. Questo provvedimento si aggiunge alla richiesta inoltrata al Ministro Speranza circa l’assunzione di medici, paramedici e Oss per rispondere al meglio ad eventuali emergenze che potrebbero presentarsi. Quello che vogliamo, lo ribadiamo, è gestire al meglio la situazione attuale e non arrivare impreparati qualora ci trovassimo ad affrontare circostanze più gravi“.
Il personale delle scuole è per il 78% di origini meridionali e la chiusura delle attività didattiche sta quindi favorendo il rientro di massa in Calabria che però, come ha fatto ricordato il cantante di Acri Fabio Curto “potrebbe costare caro a una regione assolutamente impreparata a una emergenza sanitaria”. L’artista calabrese ha fatto appello: “Chiedo a tutti noi di essere responsabili e pensare in termini di collettività…potrebbe costituire un precedente meraviglioso per il futuro” – ha commentato anche il cantante di Acri, Fabio Curto.
In un contesto del genere, un fattore importante è quello di evitare la mobilità, al momento così accentuata e che potrebbe dare più possibilità alla diffusione del virus.