Dante 2021: Ravenna e l’ “anno del Sommo Poeta”

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La città di Ravenna ogni anno ricorda solennemente Dante Alighieri. Lo fa da quella lontana notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, quando il Poeta salì alla gloria del cielo.

L’Annuale della morte di Dante è un appuntamento che per tradizione si colloca la seconda domenica di settembre, contrassegnato dalla Cerimonia del dono dell’olio per la lampada votiva alla tomba del Poeta da parte del Comune di Firenze. L’Annuale è emblematico del legame profondo tra Ravenna e Dante: la città è memoria di Dante nei luoghi, come la Tomba e la Zona del Silenzio, e negli eventi che ogni anno gli sono tributati, segno tangibile dell’amore con cui Ravenna vive e coltiva il lascito dantesco.

Il 2021 sarà l’”anno del Sommo Poeta”: ricorre, infatti, il settimo centenario della morte (1321-2021). Ravenna non si lascia certo coglie impreparata, ma ha già presentato, il 30 luglio 2020, a teatro Rasi il programma delle celebrazioni dantesche “Viva Dante – Ravenna 2020/2021.

Le celebrazioni ufficiali hanno preso il via il 5 settembre scorso alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: evento principale della serata, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle altre due città dantesche, Verona e Firenze, è stata la restituzione del restauro della Tomba di Dante, che dopo un articolato intervento di sistemazione, è tornata visibile al pubblico. A seguire, in piazza San Francesco si è tenuto un concerto in cui sono stati eseguiti brani di Liszt e Donizzetti; a concludere la serata, la lettura dell’attore Elio Germano del XXXIII canto del Paradiso.

Dante trascorse a Ravenna gli ultimi tre anni della sua vita, presso la corte di Guido Novello da Polenta; vi giunse nel 1318 dopo aver lasciato la corte degli Scaligeri di Verona. Furono anni relativamente tranquilli, in cui Dante, ormai circondato dalla fama di altissimo poeta, creò un cenacolo letterario, frequentato anche dai figli Pietro e Giacomo, e si dedicò a completare la stesura del Paradiso. Per conto di Guido Novello svolse occasionali ambascerie politiche, l’ultima delle quali lo condusse a Venezia e, purtroppo, gli fu fatale. La missione aveva come obiettivo quello di ricomporre la crisi tra le due città, crisi causata dai continui attacchi delle galee ravennati alle navi veneziane. Il doge, infuriato, si era alleato con gli Oderlaffi di Forlì per muovere guerra a Ravenna. Guido Novello, consapevole di non essere in grado di far fronte ad una tale invasione, decise di inviare un’ambasceria ad intercedere presso il Senato veneziano e volle che ne facesse parte anche Dante in quando abile diplomatico e amico degli Oderlaffi e perciò in grado di trovare una soluzione per appianare le divergenze. La missione ebbe un esito positivo per la sicurezza di Ravenna, ma fu fatale al Poeta che, di ritorno dalla città lagunare, contrasse la malaria mentre attraversava le paludose Valli di Comacchio. Appena tornato a Ravenna, le febbri malariche lo portarono alla morte nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321; aveva cinquantasei anni. Furono organizzati solenni funerali, celebrati nella chiesa di San Pier Maggiore (oggi San Francesco), alla presenza delle massime autorità cittadine.

Nell’anno del settimo centenario della morte, Ravenna è pronta a rendere omaggio al Poeta attraverso una serie di eventi che coinvolgeranno l’intero Paese e dureranno fino a settembre 2021, quando un concerto del maestro Riccardo Muti in piazza San Francesco saluterà la conclusione degli eventi dedicati al padre della lingua italiana. Un tributo doveroso che l’Italia deve al suo più grande poeta, a colui che, attraverso la Commedia, ha lasciato a tutti noi un potente messaggio di speranza, felicità, salvezza.