Comunicato Francesca Pirillo
Gli anziani hanno bisogno di non sentirsi soli… Appalto e RISPETTO!
Che a Bisignano da tempo era di scena la commedia dell’opera era risaputo ma ormai si è arrivati alla farsa!
Non per fare polemica, ma per essere sempre attenta ai bisogni dei cittadini, che devono essere sempre informati delle vicende amministrative, anche oggi sono costretta a scrivere della casa di Riposo “Vincenzo Giglio”, ma non del mancato pagamento degli stipendi del personale che ormai è una costante ed è una vicenda della quale siete pienamente informati ma, questa volta, del “sequestro” che hanno vissuto gli ospiti all’interno della struttura.
La Casa di riposo con annessa casa famiglia, gestita dalla Bisignano Servizi srl, attualmente in liquidazione per miope ed inopportuna volontà politica della maggioranza,- volontà -nello specifico– da me non condivisa e osteggiata e che ha indotto le mie dimissioni da amministratore unico della partecipata, motivo che oggi mi vede, per questo ed altre scelte non condivise, tra i banchi dell’opposizione, è diventata purtroppo una vera e propria sofferenza per gli ospiti!
Attualmente, dopo che anche uno dei due liquidatori si è già dimesso, per cui è rimasto solo il Ragioniere Belmonte, che probabilmente non conoscendo le normative in vigore sulle strutture socio-assistenziali ma solo quelle delle RSA, non ha permesso agli ospiti dalla struttura di uscire in fascia gialla né ha autorizzato, con le dovute cautele richieste dal normativa di prevenzione anti Covid, le visite dei loro parenti fino a poco tempo fa.
In particolare, diversi ospiti della struttura, da tempo, mi hanno contattando, in considerazione del rapporto umano e di rispetto istaurato nel periodo in cui ne ho avuto la gestione, per poter “evadere” dalla prigionia in cui erano costretti. Dispiaciuta e preoccupata della sofferenza umana di chi nell’ultima fase della propria vita si trova a dover obbedire a regole troppo restrittive ed inadeguate, non previste da alcuna norma, sono rimasta perplessa nel costatare che solo con l’aiuto delle forze dell’ordine è stato possibile far riprendere contatto agli ospiti con il mondo esterno.
Infatti, si precisa che la normativa anti-covid, che limita gli accessi e le uscite dalle strutture socio-residenziali, così prevede: “Le visite sono programmate telefonicamente, in anticipo rispetto al momento dell’accesso”, dunque nessun divieto, ma solo l’organizzazione delle visite al fine di preservare la salute e il benessere anche psicologico ed affettivo degli ospiti che, si sà, hanno bisogno, più di ogni altre cosa, di continuare a mantenere con regolarità il contatto con il mondo esterno e con i propri cari.
A mio parere forse, dunque, si è approfittati dalla situazione ingenerata dal Covid per applicare un protocollo troppo rigido per una struttura socio-assistenziale nonostante il nostro territorio è ormai da tempo in zona gialla e gli ospiti, insieme agli operatori, erano da tempo tutti vaccinati, solo per mascherare le condizioni in cui si volevano far vivere gli ospiti, situazione paragonabile soltanto a quella delle strutture di fine 800.
Il rigido protocollo imposto agli ospiti della struttura, che come detto li vedeva prigionieri a pagamento, non è stato però applicato dal Comune agli esterni in quanto, a seguito della pubblicazione da parte del RUP dell’Ente del bando di gara per la concessione della Casa di Riposo a privati è stata prevista la possibilità di effettuare sopralluoghi all’interno della struttura a chi è interessato a partecipare, permesso successivamente revocato e sostituito con una semplice visione della planimetria dei luoghi che, c’è da dire, non è neppure realmente corrispondente allo stato dei luoghi.
Che il covid sia solo una scusa usata dal liquidatore della partecipata è palesato ancora dal fatto che l’accesso alla struttura è stato interdetto, in questi giorni, anche ai dipendenti comunali del settore sociale che devono necessariamente controllare il servizio reso dalla società oggi in liquidazione.
In merito, poi, al bando per la concessione della gestione della casa di riposo, mi corre l’obbligo di sottolineare che sono presenti a mio parere diverse criticità a partire dalla richiesta per i partecipanti della disponibilità economica 3.000.000,00 di euro per poter presentare l’offerta, nonostante la base d’asta è di 595.200,00 iva esclusa.
Vi è ancor di più, infatti, nel bando è stata prevista, a discrezionalità dell’Ente, la compensazione economica delle spese di manutenzione straordinaria che l’appaltante sarà tenuto/a a svolgere. Quindi, l’appaltante, per come previsto, è obbligato/a a svolgere lavori straordinari sperando, aggiungo, di non dover rimpiangere di averlo fatto in quanto tutti conosciamo le opere di manutenzione di cui la struttura attualmente necessita.
Per non parlare come ancora continuano nel bando a “giocare” con l’IVA nonostante lo stesso Comune abbia presentato e vinto una causa contro una società proprio su questo punto.
Sottolineo, per gli addetti ai lavori, che è stato previsto, inoltre, il ribasso sulla quota di compartecipazione degli utenti alla retta, incuranti gli amministratori, di una normativa regionale che prevede una rendicontazione certificata per poter erogare la differenza sul totale. Eppure, le esigue rette regionali sono proprio calcolate in base ai costi reali di gestione comprensivi del costo del personale previsto dalla legge. Quale sarebbe, dunque, il vantaggio per le casse comunali? A mio modesto parere si palesa solo lo svantaggio nel garantire il servizio agli ospiti a discapito dei lavoratori e della stessa aggiudicataria della gara.
A questo si aggiunge che, grazie alla non curanza dell’Ente verso la struttura, ad oggi i posti ammessi a retta sono diminuiti rispetto a quelli autorizzati dalla Regione (26 accreditati a fronte dei 32 autorizzati).
Infine, nonostante ci siano altri punti che lascio leggere a chi vorrà sul bando, concludo con l’ultima sorprendente clausola che prevede l’assegnazione di un punteggio a coloro che offriranno un ribasso su una retta di un centro diurno inesistente nella struttura che si vuole a far appaltare, precisando che neppure ha i requisiti per poterlo creare. In sostanza, il bando rivolto apparentemente alla gestione della struttura socio-assistenziale, si ritrova ad inventare servizi inesistenti che il comune dovrebbe programmare e realizzare.
Perciò, invito chi di competenza a voler apportare modifiche rendendo il bando pubblicato meritevole di questo nome e, soprattutto, degno di far rifiorire la struttura per il benessere di chi la vive, di chi ci lavora e della comunità intera.
Francesca Pirillo