Bisignano, il monito della consigliera Puterio: “La violenza alle donne è una questione di vita quotidiana”

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La giornata internazionale per debellare la violenza contro le donne è un tema già analizzato a Bisignano nel convegno organizzato due giorni fa all’istituto Enzo Siciliano. La consigliera comunale Maria Assunta Puterio, nel suo intervento, ha ricordato il senso e la valenza dell’iniziativa con la speranza che possa allargarsi l’humus sociale a 360 gradi in questo paese.


 

L’Amministrazione Comunale è sempre vicina e pronta ad affrontare temi così delicati.

Il 25 Novembre come ben sapete è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Un tema purtroppo sempre attuale che non cessa. Ogni giorni i telegiornali parlano di violenza sulle donne, di omicidi causati da uomini nei confronti delle donne.

Ma il dato negativo che sta emergendo negli ultimi anni è che la violenza sulle donne si sta purtroppo manifestando tra i giovannismi, e da ultimo mi riferisco a quanto accaduto ad una ragazzina di 13 anni, a Piacenza, dove il fidanzatino di 15 anni intenzionalmente voleva ucciderla.

Infatti, questo quanto abbiamo appreso dai giornali, la ragazzina avrebbe cercato di difendersi, ma il quindicenne l’avrebbe colpita sulle mani per farla precipitare dell’ottavo piano del palazzo in cui abitava.

Il dato oggettivo che purtroppo emerge è che la violenza contro le donne non ha una data di inizio o di fine, non si limita a una giornata di sensibilizzazione, ma invade ogni aspetto della nostra società. 

Appare come un eco di una violenza che non smette mai di urlare, che non si spegne nemmeno quando il corpo di una donna cessa di esistere a causa delle brutali violenze.

A livello legislativo negli anni qualcosa si è mosso. La Convenzione di Istanbul e il Codice Rosso sono esempi di come la legge abbia cercato di adattarsi a una realtà in evoluzione.

Il sistema giuridico ha fatto dei passi avanti anche se le statistiche ci raccontano una realtà ben più complessa. La violenza di genere non si ferma con una legge. Non basta scrivere il giusto codice per fermare un fenomeno che è intrinseco in una cultura che troppo spesso ignora il diritto delle donne di vivere senza paura, vittime di abusi non solo fisici, ma anche emotivi e psicologici. Gli strumenti ci sono, le leggi sono più protettive e le pene più severe.

La violenza di genere non è una questione da “statistiche”. È una questione di vita quotidiana, che si annida nei gesti più piccoli, nelle parole non dette, nelle relazioni che minano l’autostima e l’indipendenza delle donne.

Voglio porre una domanda alle ragazze e ai ragazzi: da tutte le vicende che sentiamo, che ci vengono raccontate dai tg, dai giornali e anche da persone a noi vicine…riusciamo ad imparare qualcosa?

La morte di tante donne, di tante ragazze, non possono e non devono essere solo tragedie da ricordare.

Ma devono essere segnali che ci inducano a voler cambiare le cose, dentro e fuori di noi.

La vera lotta contro la violenza si gioca dentro la nostra capacità di rivedere la cultura che abbiamo costruito, che non deve giustificare, non deve minimizzare e non deve accettare.

Le leggi non bastano se non sono accompagnate da un profondo cambiamento culturale e psicologico.

È un cammino lungo, difficile, ma necessario. Perché la violenza sulle donne non è una condanna che riguarda una parte della società. È una condanna che riguarda tutti noi.