Vuono replica al sindaco Umile Bisignano: “Il mio destino il suo incubo”

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In una nota Giovanni Vuono pubblicitario originario di Bisignano e residente a Reggio Emilia replica al sindaco Umile Bisignano:”Più che gioco di querele mi sembra una sconfortante querelle. Il mio destino è essere il suo incubo! – è ciò che afferma Vuono che aggiunge -Apprendo dalla stampa locale di un comunicato ufficiale da parte del neo eletto sindaco di Bisignano in cui si parla di una querela a mio carico a seguito di un mio sms inviato all’utenza di telefonia mobile in uso personale allo stesso sindaco. Il contenuto conterrebbe gli estremi della querela per calunnia e diffamazione. Ora, se la matematica non è un’opinione non lo è nemmeno la lingua italiana. Questo per dire che il testo del messaggio citato nel comunicato altro non era che un’informativa personale di quanto era accaduto.

Per chiarezza seguo uno svolgimento cronologico. Nel pomeriggio del 9 maggio, persone vicine alla famiglia del sindaco, (sono indicati dei nomi), persone che quindi gravitano eccome nell’ambito familiare del sindaco Umile Bisignano, a seguito di uno scambio “colorito” all’interno del social network Facebook, si prendevano la briga di inoltrare chiamata all’utenza di telefonia mobile che fa riferimento a mio cognato e a mia sorella chiedendo dove il sottoscritto poteva essere reperibile al fine di “massacrarmi di botte” e “mandarmi in coma”. Ovvio che a tutela di così grave minaccia, e come scritto nell’sms inviato, mi apprestavo a inoltrare esposto presso le locali forze dell’ordine con riserva di successiva denuncia al mio ritorno in Emilia. Detto fatto, mi sono recato presso la locale stazione Carabinieri e ho notificato il tutto al militare di servizio al quale consegnavo anche il mio cellulare affinché copiasse il testo del messaggio inviato al sindaco.

Ma, ancora prima che io giungessi in caserma, a casa di mia sorella si presentarono le persone manifestando un tentativo di chiarimento e dichiarandosi, ma guarda un po’, a conoscenza della mia intenzione di inoltrare denuncia e, di fatto, di essere responsabili delle minacce sopra riportate! In ogni caso – continua Giovanni Vuono – a seguito del mio esposto, sono stato ricontattato dai Carabinieri nella persona del comandante maresciallo Motta al quale ho ribadito i fatti e, nonostante il suo chiaro invito a presentare formale denuncia, sono tornato a esprimere la mia riserva in proposito confidandogli che, a fronte di scuse che mi auguravo di ricevere, avrei addirittura desistito dal mio intento. Una chiara questione di stile e di genuino buon senso che non posso non accreditarmi. Ma di quale calunnia e diffamazione parla Umile Bisignano? Forse si riferisce alla mia intenzione di informare la stampa? Ma se l’ha fatto lui stesso con il suo comunicato pubblicato sabato scorso e che quindi, per i tempi di stampa, è stato inviato come minimo già il giorno prima. E’ quindi proprio lui che utilizzando impropriamente il mio nome calunnia e diffama la mia persona.In data 12 maggio ho formalizzato la denuncia a carico dei suddetti parenti del sindaco e aggiungo che, in attesa di ricevere comunicazione ufficiale della sua querela, sarò ancora io a presentare una contro-querela per calunnia e diffamazione sia contro la persona del sindaco che verso la municipalità trattandosi di atto di provenienza istituzionale. In ultima analisi devo manifestare il mio sconforto nel constatare che il sindaco, appena insediato e nella sua primissima attività, dedichi così tanta attenzione al sottoscritto piuttosto che cominciare da subito a occuparsi della triste e disastrata situazione in cui versa il territorio della città. Insomma, più che un ping pong di querele mi pare si tratti di banale “querelle”. E se tutto questo è di così forte turbamento per il sindaco Umile Bisignano, ahimè, non posso farci nulla o, meglio, farò molto di più. Non vuole essere una minaccia per carità. Però, oltre alle azioni legali già intraprese e da intraprendere, intendo continuare con forza e secondo tutte le forme e i modi che mi sono consentiti dai principi di libertà democratica ad avversarlo politicamente”.

Ermanno Arcuri
su: Dirittodicronaca