Come “Comitato per la modifica della L.R. 11/2003 in materia di bonifica” (di seguito “Comitato”), intendiamo replicare all’incomprensibile posizione assunta dalla sezione del Pd di Francavilla Marittima, manifestata sulla stampa locale, la quale ritiene dannosa l’iniziativa intrapresa da un esponente regionale del loro partito che sta sostenendo la causa del Comitato stesso. Ci sembra opportuno ribadire ancora una volta le finalità di tale Comitato che non ha fini di lucro, è libero e spontaneo, apartitico, aconfessionale e aperto a tutti i soggetti (cittadini, amministratori, associazioni ecc.) che hanno l’obiettivo di correggere i criteri dell’imposizione dei tributi dei Consorzi di Bonifica calabresi. Il Comitato non è contro i Consorzi di Bonifica, di cui riconosciamo il ruolo fondamentale per l’agricoltura calabrese, laddove essi permettono, attraverso la gestione degli impianti di irrigazione ed altri servizi, il funzionamento e lo sviluppo di numerose aziende agricole. Semplicemente riteniamo ingiusto ed inaccettabile la tassazione di terreni che sono stati ricompresi nei comprensori dei Consorzi di Bonifica e che non hanno mai beneficiato di interventi ed opere di bonifica. Soprattutto se tali terreni sono anche montani, impervi e inutilizzabili. Soprattutto quando ad essere proprietari sono persone che praticano un’agricoltura non imprenditoriale ma destinata ai bisogni della propria famiglia e ad essere sostegno, in questi tempi di crisi, all’economia familiare. Riteniamo ingiusto ed inaccettabile che, a distanza di anni dalla riforma del sistema dei Consorzi di Bonifica calabresi, non siano stati ancora elaborati ed approvati, come invece prevede la legge, i piani di classifica, l’unico strumento in grado di individuare e quantificare il beneficio che gli immobili traggono dall’attività di bonifica. Sono i piani di classifica che garantiscono un corretto esercizio del potere impositivo da parte dei consorzi, ed infatti, nelle altre regioni italiane l’imposizione dei tributi consortili avviene secondo il criterio del beneficio, in base ai piani di classifica. Perché questo non avviene anche in Calabria? Perché si costringe a pagare anche chi non riceve nessun beneficio, nessun vantaggio dall’attività di bonifica? Le associazioni di categoria agricole e il mondo politico regionale non sono estranei a questa problematica eppure, a distanza di anni, i giusti correttivi non vengono adottati e i cittadini sono lasciati soli, esasperati dall’abbandono da parte di quei soggetti deputati a tutelare le loro giuste pretese. Attualmente la Commissione Speciale di Vigilanza del Consiglio Regionale si sta occupando dell’emblematica vicenda del soppresso Consorzio di bonifica Sibari-Crati, posto in liquidazione con oltre 150 milioni di euro di debiti accertati, diventato un simbolo di gestione disastrosa dal punto di vista organizzativo, economico e finanziario. Chi pagherà questo mostruoso debito? I nuovi consorzi sorti dalle ceneri del Sibari-Crati? Tutti i cittadini calabresi? Noi non vogliamo che i Consorzi siano gestiti per creare mostruose situazioni debitorie, così come non vogliamo che i consorziati vengano oberati da tributi non accompagnati da nessun servizio. Il motivo che ci spinge a raccogliere le firme per presentare una proposta di modifica legislativa di iniziativa popolare è quello di modificare l’art. 23, 1° co., lett. a), L.R. 11/2003, in quanto è questo articolo a prevedere l’imposizione di quote di contributi anche in assenza di beneficio derivante da opere ed attività di bonifica. Riteniamo tale criterio ingiusto e vogliamo che tutti i contributi consortili siano imposti quando c’è un beneficio diretto e specifico, così come avviene nelle altre regioni italiane e come ribadito da un consolidato orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione. Tutti coloro che sono interessati a sostenere la nostra causa potranno trovare maggiori informazioni sul sito ufficiale del Comitato ( www.comitatocontributibonifica.webnode.it ) e contattarci.
Il presidente del Comitato
Carmelo De Luca