Alexandra Radac, tutta la verità (o almeno ci proviamo…)

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BISIGNANO Il caso Radac sta diventando un caos Radac. Nelle ultime ore, complice anche una fuga di notizia da certificare nel dettaglio, le attenzioni sulla ragazza scomparsa hanno animato notevolmente le discussioni in città, accentuando anche i toni di chi non ha mai speso parole lusinghiere su tutta questa vicenda. L’ultima news su una telefonata effettuata da Alexandra al padre in Romania non ha trovato ancora un riscontro certo o, almeno, ne troverebbe uno alquanto diverso da quello prospettato in piazza. Il padre di Alexandra, a quanto pare, è stato contattato telefonicamente da un numero privato (quindi senza vedere l’utenza) nella mattinata di sabato, sentendo una voce femminile sofferente per una manciata di secondi. Non si ha quindi nessuna conferma che sia quella la voce di Alexandra o meno, bisognerà quindi risalire al tabulato telefonico dell’uomo per saperne di più. Lo stesso, infatti, non avrebbe confermato che la voce ascoltata sia proprio quella della figlia, ovviamente non può neanche smentirla a priori data la gravità della situazione. Riepiloghiamo, comunque, i fatti partendo dal principio: Alexandra Roxana Radac è una ventenne giunta a Bisignano da qualche mese, che ha lavorato in un bar ad Acri e vive in via dei Capuccini (nel quartiere Piano) con la madre Ana e la sorellina di 16 anni. La mattina del 19 settembre, alle 10.10, è uscita dalla sua abitazione per andare a svolgere una lezione di guida con un anziano vicino di casa, che solitamente faceva esercitare la ragazza nei pressi delle campagne che conducono al paese limitrofo di Santa Sofia d’Epiro. Stante all’ultima versione dell’anziano, quest’ultimo era sceso dal centro storico per fare rifornimento, lasciando Alexandra al telefono e non ritrovandola più al suo ritorno. Alle 10.46 la ragazza ha provato a telefonare al signore di Acri che la doveva assumere come badante della madre, ma il cellulare dell’acrese in quel momento era irraggiungibile. Che fine ha fatto Alexandra, quindi, da quella mattina di oltre un mese fa? Tante le ipotesi e tante sono le indagini degli inquirenti con il caso che ha interessato anche il consolato e la gendarmeria romena, richiedendo inoltre interrogatori su interrogatori per tutti i protagonisti diretti e indiretti di questa storia. Per cercare di capirne di più, nei giorni scorsi la nostra testata ha provato a mettersi in contatto con il signore acrese sopracitato: in un primo momento l’uomo era ben disposto a concederci un’intervista, ma successivamente ha gentilmente declinato l’invito, affermando di aver già detto tutto agli inquirenti e davanti alla telecamere, rimanendo comunque a disposizione delle forze dell’ordine per qualsiasi altro chiarimento. No comment, invece, dalla famiglia Radac, mentre il loro avvocato Aurora Sangermano sposta l’attenzione anche sul sociale, in quanto si è detta delusa dal comportamento dei politici cratensi che, a quanto pare, non avrebbero dato una grossa solidarietà ai Radac: «L’amministrazione si è resa parte attiva portando un pacco di alimenti alla famiglia, ricevendo a casa la visita del sindaco facente funzioni Damiano Grispo, un contributo in denaro e forse crede di aver assolto il dovere, potevano essere più solidali. Come Consiglio comunale, invece, non ha fatto niente nessuno: si devono rendere conto che è sparita una ragazza della nostra città». Certo, non è compito della politica entrare nel merito di una faccenda così delicata, ma secondo l’avvocato maggioranza e minoranza potevano richiamare l’attenzione e mostrarsi molto più partecipi.

Massimo Maneggio