…Ca pu’, prima o roppo, un Tale, ppi quantu fissa para, se lo deve pur domandare cchi ven’a diri Solidarietà & Partecipazione? Solidarietà ppi mmia o ppi tia? E partecipazione ppi chini e ppi quannu? Che i dubbi, si sa, s’insinuano come gli spifferi di sghimbescio e ti trafiggono accussì, quanto meno te l’aspetti. E pu’ i dubbi s’accumulano e s’alimentano a valanga, centrando il bersaglio oppure semplicemente infinocchiandoti, mentre il venticello della maldicenza lustra ed infiocchetta, ma la vexata quaestio, fin dall’esito delle elezioni del 27/28 maggio 2007, sempre lì in punta di lingua: cu tutta ssa solidarietà e partecipazione … ‘unn’è ca pu’ ni fa mali?
Circa metà del popolo di Bisignano (il 48,596 % degli elettori) si rallegrò all’indomani della vittoria elettorale di Sua Umiltà Umile Bisignano, gioendo per il pericolo scampato. Mr. Comunità Montana Francesco Attico non ce l’ha fatta e di “Democrazia & Progresso”, a Bisignano, nemmeno ppi su giru con Fucile Francesco oppure senza. L’altra metà della popolazione ad ingoiare il rospo ed illudersi: non dura! Non può durare. Come fa a durare con Roberto Cairo ed Antonello Gallo? Ca puru l’atra vota… dice Tizio. Tiempu n’annu o rua… aggiunge Caio. E Sempronio: …ca pu’ virimi quanto durano! Ed il fantomatico Tale ad infierire: le vecchie ruggini, però, son proprio dure da levare e quando meno te l’aspetti…! Puntuali dopo un paio d’anni le dimissioni dell’Assessore all’Urbanistica Roberto Cairo. La maggioranza a scricchiolare mentre a ru Vialu speranze e scetticismo a scalpitare sull’acciottolato ormai consunto. Qualcuno, addirittura, a brindare vaticinando l’impossibile per i più. Tizio, Caio e Sempronio a disputare sulla durata della sindacatura, girellando supa e sutta, ppi ru Vialu. Nel mezzo, giornate assolate, nuvolaglie, piogge a dirotto e nevicate, gli starnuti dell’Udiccì, le apparizioni i ra Maronna sotto le mentite spoglie dell’onorevole in ballo, l’harakiri delle sinistre (sia pure nella versione ultra-super-light del Piddì), processioni varie, bancarelli e feri, cuculluzzi, vavi, sputazzi e vientu, e altra acqua sotto i ponti. Il solito trallalero-trallalà da marmaglia e di politica nemmeno a parlarne, a meno di non voler definire così quella dei consigli comunali, delle conferenze stampe, dei dispacci e delle veline dei giornali.
Sorvoliamo sugli influssi della politica nazionale, regionale o provinciale, e sull’assunzione nell’empireo del parlamento europeo di Ginuzzo Trematerra, non perché cose di poco conto ma semplicemente per mantenere la promessa di brevità. Tizio, tuttavia, ci tiene a ricordarvi che, nel frattempo, favole e panzane non è che abbiano disertato le stanze municipali, se è vero come è vero, sin dalla fine di febbraio 2010 si parlò di “un protocollo d’intesa fra l’ A.S.I. e un pool di industriali marchigiani” per realizzare a Bisignano “una serie di stabilimenti destinati alla produzione di calzature e altri prodotti di moda” immaginando “una filiera completa dalla A alla Z.” Cosa passata sotto troppo silenzio, in verità! Caio, invece, a sottolineare la costante diserzione dei consessi comunali della triade di eletti di Unione Democratica. Cosa che non ha indignato e non indigna più nessuno, peraltro. Sempronio suggerisce che il Signor Fernando Bisignano, però, ritorna al momento giusto sui propri passi e lascia il gruppo di Unione Democratica. …E chissà come e chissà perché? In quell’occasione, il chiuR.Lo. a chiosare: “A quando la lieta notizia? L’unica. …Quale? Che lasci definitivamente la politica.” Il fantomatico Tale a rammentarvi il ripensamento dell’altro consigliere eletto nelle file di Unione Democratica, ovvero Sandro Vilardi, che annuncia in pompa magna il suo ritorno in seno al consiglio, non più sotto le insegne di Unione Democratica ma sotto quelle dell’Udiccì, che è più trendy e fa tanto chic.
Nel Viale dei passi perduti, intanto, a respirarsi l’aria indulgente e indolente delle feste di fine anno e coi botti, petardi, razzi, peti e rutti post-prandiali, il nuovo anno ad aprirsi con la cucina degli avanzi e il fumo senz’arrosto di un inaspettato rimpasto di giunta. Bella fricatura! Ohibò, cchi notizia! E chi se l’aspettava? …Ma raveri? …Ma no, viriti c’unn’è possibile! Antonello Gallo e Francuzzo Russo fora? E picchì? Certe discussioni ca ‘un vi ricu. Certuni a leggere il rimpasto sotto l’ottica esclusiva di un incremento della solidarietà e partecipazione punto e basta, come a dire: na sbrigami tra nua! Tizio, Caio e Sempronio quasi quasi a venir alle mani. Dubbi ed interrogativi, baldanzosi e tutti giulivi, a saltellare di casa in casa, per sfracellarsi davanti alla evidenza dei fatti. Le indiscrezioni a lasciare il passo alle poche certezze: Mario d’Alessandro e Fernando Bisignano in giunta. …Sciuollo! Viri! Viri! Cchi risgrazia! …E chini ci crira? …E u sinnacu, mo’, chi fari? S’ha misu a vrigogna ppi cappiello?! Nel dubbio, il chiuR.Lo. a chiosare: Visignanisi cari, l’avete votato? E mo’ tinitivillu! Fra gli alti lai e lo sconforto, ben presto, un’altra certezza a palesarsi: Arturo Vilardi Assessore al Bilancio! Ohibò, cchi notizia! …Ma mo’, ‘unn’è malu ca è vizziu! Sempronio né è certo: vedrete che farà pure peggio di Roberto Cairo! E di rimando: ve lo ricordate Roberto Cairo Assessore al Bilancio? Tizio a guardarsi in giro come cercando qualcosa: a vrigogna. L’avete vista a vrigogna ancuni i vua? Caio a chiedersi: …ma come abbiamo fatto? Come abbiamo fatto per tutti questi anni? …Ché non è proprio possibile che D’Alessandro Mario e Bisignano Fernando non facciano gli assessori! Sia pure in quota Piddì, il che è tutto dire. Ed il solito Tale ad aggiungere divertito: ma io mi domando e dico, …ma picchì non li fanno assessori tutti e venti? Un sindaco e venti assessori. …E si ca ni scialamu! Insomma frizzi e lazzi, del resto come fare a rinunciare alle buone e vecchie tradizioni visignanisi?!
La maggior parte dei visignanisi, a fregarsene se i neo assessori abbiano rinnovato o meno la tessera del Piddì ed accoglierli come figliol prodighi. Prodighi non si sa di che. Il sindaco, da par suo, non si sottrae dall’elogiare i neo assessori, la giunta nella sua collegialità e l’intera maggioranza, certo non come dei veri cervelloni ma come persone di una modestia senza eguali, perché per amministrare non ci vuole di sicuro un cervello eccelso ma basta ghillu ed i suoi pari. È così che, orecchiando a destra e leggiucchiando a manca, la notizia del rimpasto di giunta, non del tutto inaspettata per quanto mi riguarda, mi si rivela in tutta la sua portata strabordante senza che io, però, riesca ancora a capire perché proprio adesso, non prima e non dopo? Due anni alla prossima tornata elettorale amministrativa possono essere tanti. Rimane il fatto che la destituzione e sostituzione di due assessori (di cui uno vice sindaco e assessore al bilancio), non può non mutare gli equilibri, la natura e l’indirizzo politico della stessa maggioranza. Se ciò non accadesse avvalorerebbe la tesi di chi vede nel sindaco un despota che pone e dispone, relegando i suoi assessori e consiglieri al ruolo di semplici comparse o pedine interscambiabili. Del resto si ha l’impressione che l’attuale amministrazione di Sua Umiltà Umile Bisignano, così come la precedente, non si sia mai spinta oltre la gestione dell’esistente, il siglare gaffes e tirare la carretta per conto ed in nome dei Gentile-Bros. Certi parallelismi con la situazione nazionale, inoltre, li lascerei perdere benché il paragone dei neo assessori D’Alessandro e Bisignano con Razzi e Scilipoti risulti intrigante. Certo potrei avanzare delle illazioni su questo rimpasto di giunta, ma risulterebbero solo tali, ma una correlazione di tempi con i fondi stanziati dalla regione Calabria per il santuario della Riforma mi permetto tuttavia di suggerirla. Sant’Umile il miracolo a Sua Umiltà Umile Bisignano sembra proprio che l’abbia fatto. O più prosaicamente, u sinnacu ha preso due piccioni con una fava, il che, in tempi di magra o di crisi che si voglia, non è poco.
Rosario Lombardo