- a cura di Stefania Bisignano
Karl Marx diceva: “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.
Nel lontano 1990 dopo le elezioni tenutesi il 6 maggio e la nascita di una amministrazione formatasi col sistema elettorale proporzionale e che vide tra i banchi del consiglio comunale, tra gli altri, Francesco Fucile ed il Dott. Luigi Boscarelli, quest’ultimo senza indugio e nel dipingere la situazione dell’Ente come “tragica”, invitò il consiglio comunale, in un suo intervento, a dichiarare il dissesto finanziario del Comune. Tale iniziativa non fu accolta dal consiglio comunale in carica, anche in virtù del fatto che la legislazione di allora in materia di bilancio era completamente diversa da quella attuale e permetteva diverse soluzioni, infatti il bilancio fu quadrato con i nostri morti, in quanto modificarono il regolamento cimiteriale aumentando il costo e diminuendo la durata della concessione dei loculi da 99 a 30 anni.
Nel 2006, l’eterno candidato a sindaco FRANCESCO FUCILE, nel programma amministrativo della sua lista “PATTO PER LA CITTA’ ” scriveva testualmente: negli ultimi cinque anni di consiliatura sono stati dilapidati, senza nessun costrutto, le ingenti somme derivanti dall’incasso dei tributi evasi nel periodo 1993/2001 che ammontano a diversi milioni di euro. L’indebitamento netto dell’ente, per mutui presso la cassa depositi e prestiti, si è più che triplicato passando dai circa 240.000,00 euro di rata mutuo del 2001, ai circa 860.000,00 euro annui del 2006. Si sono contratti mutui, a totale carico dell’Ente, per oltre 6.368.000,00 che inevitabilmente ingesseranno i bilanci comunali per i prossimi 20 anni. Le tasse non sono state abbassate per come era stato promesso ed anzi per la spazzatura i cittadini bisignanesi pagano più di 2 euro al mq, un triste record. Sono stati occultati molti debiti fuori bilancio e la cassa ha un buco certo di 1 milione di euro, se si valuta la somma distratta per altre necessità, ma destinata a specifici lavori da realizzare per Sant’Umile. Il comune di Bisignano, quindi, necessita di un tempestivo e profondo risanamento, per garantire equità fiscale e per ristabilire in un breve arco di tempo, un corretto equilibrio economico-finanziario. Per il raggiungimento di questi obiettivi “PATTO PER LA CITTA’ ” si impegnerà a; bloccare l’indebitamento indiscriminato dell’Ente, che oggi Maggio 2006 ha raggiunto livelli insostenibili con rate mutuo annue di circa 1.200.000,00 euro.
Questo dicevano i “tutti insieme contro noi” che il 28/29 Maggio 2006, presero una bella batosta elettorale contro ogni pronostico. Ora, dopo trent’anni si ripropone, imposto dalla Corte dei Conti, l’annoso problema della dichiarazione di dissesto dell’Ente, affrontato dall’ex maggioranza AMMIRATA – LO GIUDICE come “una farsa”, poiché non prende atto del proprio fallimento amministrativo-politico, certificato dalla Corte dei Conti. Tuttavia, visti i puerili tentativi degli uomini della maggioranza e di qualcuno dell’opposizione a “GIOBBA”, che si erge a salvatore della patria, quando in realtà le uniche virtù in suo possesso comprovate sono l’accanimento e la sconfitta, che mistificando come al solito la verità, tentano di scrollarsi di dosso ogni responsabilità; ritengo che sia giunto il momento di dare, soprattutto ai cittadini ignari, la verità storica sulle cause che hanno portato all’attuale dissesto economico dell’ente, poiché vi sono state delle scelte amministrative e politiche che meritano di essere evidenziate.
In primo luogo, bisogna fare emergere un dato di fatto, ovvero che la situazione debitoria ereditata dalle amministrazioni di Umile Bisignano era la seguente:
- DEBITI FUORI BILANCIO RELATIVI AGLI ANNI PRECEDENTI GIUGNO 2006: € 753.207,98;
- MUTUI CONTRATTI NEGLI ANNI PRECEDENTI GIUGNO 2006
- Dalle Amministrazioni guidate da Carmelo Lo Giudice –Angelo Rosa: € 3.096.707,15.
- Dalle Amministrazioni guidate da Angelo Rosa – Francesco Fucile: € 2.732.359,81.
- Dall’ Amministrazione guidata da Rosario D’Alessandro – Francesco Attico: € 8.384.828,21.
Quindi le amministrazioni Bisignano hanno ereditato una situazione debitoria complessiva di € 14.967.103,15, con una rata mutuo annua di circa € 1.200.000,00. Risulta evidente che questo altissimo indebitamento come diceva bene lo “smemorato” Fucile nel maggio 2006 e che adesso ha cambiato versione, ha fortemente limitato la capacità di spesa ed ha inciso in maniera irreversibile sulle finanze dell’Ente. Pertanto, la situazione finanziaria trovata dalla prima amministrazione Bisignano era già fortemente compromessa dalle scelte amministrative scellerate compiute da quelli che ancora oggi si credono “i maghi” della politica bisignanese. Inoltre, ci tengo a sottolineare che le amministrazioni di Umile Bisignano, consapevoli delle problematiche finanziarie dell’Ente, da subito, hanno posto fine all’annosa vicenda dei mancati introiti degli oneri di urbanizzazione, sfociata in veri e propri provvedimenti penali e nel contempo, hanno dato indirizzo agli uffici per esternalizzare la riscossione dei tributi dell’Ente, al fine di renderla più efficiente, vista la carenza di personale nel relativo ufficio comunale. Le amministrazioni di Umile Bisignano hanno concluso ogni opera pubblica, nonostante, in sede di primo insediamento, non risultavano nemmeno disponibili i fondi vincolati (€ 1.000.000.00) destinati a concludere i lavori presso il Convento della Riforma, usati per cassa per altri fini (stipendi e feste). Le amministrazioni di Umile Bisignano non hanno ratificato transazioni legali a seguito di sentenze favorevoli al Comune, mentre al contrario questa Amministrazione comunale, con grande presunzione si è sostituita ai giudici ed ha concluso transazioni sempre a completo danno dell’Ente. Le amministrazioni Bisignano, oltre a dare il trasporto scolastico gratuito a tutti e la mensa scolastica ad un euro al giorno a chi poteva pagarlo, altrimenti era gratuita pure quella, per una spesa complessiva superiore a € 300.000,00 l’anno, avevano posto le basi per costruire una struttura di assistenza ai soggetti fragili, in virtù di un finanziamento Inail di € 4.500.000,00 che avrebbe portato nella nostra città una R.S.A. con 80 posti letto, 100 posti di lavoro ed un utile annuo di € 450.000,00 per il Comune, perso perché volevano sostituire il tecnico incaricato e che aveva già ultimato il progetto esecutivo, invece di procedere alla pubblicazione del bando di gara. Rinunciavano alla piattaforma tecnologica che oltre a non inquinare ed a risolvere l’annoso problema della spazzatura sparsa dovunque, avrebbe portato nelle casse del comune € 900.000,00 l’anno oltre a creare 60 posti di lavoro per i nostri concittadini, nel frattempo, si occupavano di incrementare le spese di depurazione e procrastinavano la risoluzione delle problematiche legate alla Consuleco, con conseguente esponenziale aumento dell’inquinamento e della spesa per tale servizio. A tutto ciò bisogna aggiungere quello che è accaduto nel 2015, ovvero ciò che molti esperti del settore hanno soprannominato “il terremoto contabile degli enti locali”, ovvero l’entrata in vigore delle nuove norme sull’armonizzazione dei sistemi contabili (D.lgs 118/2011) che hanno stravolto i tradizionali capisaldi su cui si reggevano i risultati di amministrazione prima del 2015. In altri termini, l’applicazione dei nuovi principi ha fatto sì che venissero eliminati, dalle nostre scritture contabili, più di € 7.000.000,00 di residui attivi e circa € 2.000.000,00 di residui passivi. Nel contempo, l’obbligo di costituzione del fondo crediti di dubbia esigibilità e del fondo destinato ad accogliere l’anticipazione di liquidità con la Cassa Depositi e Prestiti hanno peggiorato, ulteriormente, la situazione finanziaria dell’Ente ed hanno posto le basi per ricorrere al riequilibrio finanziario pluriennale. Ciò in quanto, la cancellazione di € 7.000.000,00 di residui attivi non più esigibili e riferiti, anche, ad entrate comunali risalenti agli anni ’90, nonché la rata dei mutui contratti dalle precedenti amministrazioni (circa € 1.200.000,00 all’anno) hanno di fatto creato delle evidenti criticità. A ciò si aggiunga la notevole riduzione dei trasferimenti statali, registrata nel periodo 2010-2016, per un ammontare complessivo di circa € 1.500.000,00 sostituiti dalle entrate comunali diventate, alquanto, incerte per effetto della crisi economico-finanziaria che, dal 2008 ha colpito il ceto medio-basso della popolazione. Per cui i debiti fuori bilancio venutesi a creare, sono il frutto di tutto ciò poiché, venendo a mancare ingenti risorse certe all’Ente, gli interventi indifferibili ed urgenti, a cui lo stesso doveva far fronte continuamente hanno determinato, per come segnalato dai responsabili di settore dell’Ente, delle posizioni debitorie cosiddette fuori bilancio che ammontano a circa € 4.000.000,00. Se a tutto questo aggiungiamo che dal 2014 il sindaco Umile Bisignano condannato ingiustamente, è stato sospeso dalla carica per quasi 2 anni, mentre la legge Severino prevede la sospensione per un massimo di 18 mesi, risulta evidente a tutti, anche ai non addetti ai lavori, che il periodo nel quale ha governato Umile Bisignano è stato un periodo molto difficile, ma affrontato con grande senso di responsabilità verso la Città. Invece al contrario, questa Amministrazione che più volte ha additato, negativamente, le amministrazioni guidate da Umile Bisignano, negli ultimi quattro anni ha adottato tutta una serie di politiche, che hanno avuto come obiettivo, quello di mandare il Comune in dissesto: gli affidamenti di lavori diretti agli “amici degli amici” fatti dall’ufficio tecnico comunale, senza nessuna gara pubblica; il progetto della pubblica illuminazione fatto a completo carico delle finanze del comune (€ 394.000,00) l’anno, per un costo complessivo di quasi € 8.000.000,00, senza ricorrere ai progetti incentivanti il fotovoltaico finanziati dallo Stato (rate annue di € 51.000,00); la mancanza di una chiara visione politica sul futuro del Comune e l’incapacità a porre in essere le necessarie procedure per il recupero di tutte le entrate del Comune. Tutto ciò ha determinato una lenta agonia verso il dissesto finanziario del Comune oggi certificato dalla Corte dei Conti. Ho avuto modo, nei consigli comunali precedenti, di evidenziare più volte le scelte sbagliate e scellerate di questa Amministrazione che oggi vengono certificate dalla magistratura contabile in diversi passaggi della Delibera n. 50. In primo luogo, a pagina 24 e 25 la Corte dei Conti segnala che la circostanza che, dal 31/12/2017, non risulta costituito alcun fondo pluriennale vincolato, è sintomatico che le entrate e le spese, soprattutto di parte capitale, non sono gestite secondo il criterio della competenza finanziaria potenziato e ciò costituisce una grave violazione contabile. In altri termini all’ufficio tecnico comunale dal 2018 non si stabiliscono dei cronoprogrammi di spesa per quando riguarda le opere pubbliche e si agisce alla carlona o per meglio dire in maniera amatoriale e contro le vigenti regole contabili in materia. Ciò dimostra la gestione clientelare e poco propensa al rispetto delle regole di tale settore, con la compiacenza degli amministratori. In secondo luogo, a pagina 39 la Corte dei Conti sottolinea che il Comune a Rendiconto 2019 non è stato neanche in grado di coprire la quota di disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui (€ 123.000,00) ed il peggioramento del risultato di amministrazione del 2019 conferma che l’Ente non ha avviato il percorso di risanamento previsto dal piano di riequilibrio, trovandosi nell’esercizio 2019 con un nuovo disavanzo da ripianare pari a € 498.449,77. Con ciò la Corte conferma ancora una volta che la gestione negli ultimi anni dell’Ente è stata una gestione semplicemente proiettata alle spese, poiché ad incidere in maniera determinante sul disavanzo di amministrazione 2019 è l’ingente formazione di nuovi residui passivi. Al riguardo anche delle misure indicate nella delibera di approvazione del rendiconto 2019, la Corte, a pagina 40 e 41, mostra le proprie perplessità di fronte alle stesse, poiché ritenute poco attendibili. In terzo luogo, ritengo necessario precisare che spesso veniva imputato alle amministrazioni di Umile Bisignano di ricorrere alle anticipazioni di tesoreria, ma, per come evidenziato anche a pagina 44 della pronuncia della Corte dei Conti, l’amministrazione Lo Giudice – Ammirata passa alla storia come quella che ha richiesto le anticipazioni di tesoreria più alte degli ultimi cinquant’anni: € 3.937.193,97 per il 2020 e € 3.979.940,12 per il 2021, con tutto ciò che comporta in termini di interessi da corrispondere alla banca. Ciò dimostra tutti i limiti delle iniziative dell’amministrazione sul recupero delle entrate del Comune e sul taglio della spesa. Infine, a pagina 54 arriva la sentenza inesorabile sull’operato di questa amministrazione, poiché la Corte dei Conti scrive: “Tenuto conto che il Comune di Bisignano è in piano di riequilibrio dal 20 settembre 2016 e che le maggiori difficoltà dello stesso derivano dall’assenza di liquidità con conseguenti ritardi nei pagamenti, accumulo di residui, continuo ricorso ad anticipazioni di tesoreria e utilizzo di fondi vincolati in misura sempre più consistente (che l’ente non riesce a ricostituire), ad oggi si osserva che il Comune non ha innescato alcun percorso di risanamento, contrariamente a ciò che prevede la procedura di riequilibrio”. Risulta evidente, da quanto sin ad ora detto, l’inadeguatezza di questa amministrazione ad affrontare le problematiche amministrative ed economiche del Comune, poiché, dalla data di insediamento e fino alla data di pronuncia della Corte dei Conti sono passati 1381 giorni di mal governo. In conclusione, oggi, grazie alla vostra completa inadeguatezza e ad un modus operandi completamente proiettato alla gestione clientelare del Comune questa Amministrazione ha scritto la più pagina più buia della storia di questa Città.
N.B. Chiunque non ritenesse veritiero il contenuto di questo comunicato, può recarsi al municipio ed informarsi dal responsabile della ragioneria dott. Dario Meringolo sulla veridicità del documento.