Bere, cucinare, lavarsi, sono tutte azioni che si compiono quotidianamente, utilizzando l’acqua. A proposito dell’acqua di Bisignano, quella della rete comunale per intenderci, aprendo il rubinetto, ovviamente quando il servizio viene erogato, non è assolutamente incolore. Una novità? Pare di no. Eppure, nel nostro Comune, la cosa sembra passare inosservata, tanto non è che l’acqua si deve per forza bere, al massimo serve a cucinare o a detergersi. A chi importa, se dopo una doccia, gli asciugamani si tingono di ocra o i capelli risultano increspati. Per altro, quell’acqua è utilizzata per l’igiene personale anche dei più piccoli. Che importa, se dopo aver lavato il viso, si gonfiano gli occhi come due melanzane, oppure si ha il prurito dei cani affetti da leishmaniosi, o si finisce in pronto soccorso con una bella enterocoliti. Per non parlare dell’odore, spesso di uova marce, almeno per l’acqua che arriva nelle campagne, intrisa di sabbia, dopo ogni temporale in montagna. L’acqua erogata nelle campagne, a Nord/Est del paese, non è la stessa di quella del centro. Per la cronaca, dovrebbe essere migliore. Invece, anche in quelle zone, dopo la detersione personale, prurito, irritazioni, occhi gonfi, infezioni gastroenteriche e urinarie, inquietano la vita dei residenti. Niente paura, è tutto a posto, basta aumentare il quantitativo di cloro e l’acqua riprende la sua idoneità. Se non fosse, però, per il suo colore, le tracce di sabbia, e il fatto che molti utenti, anche ignari, sono allergici al disinfettante aggiunto in eccesso all’acqua. Suvvia, all’ultimo si tratta di acqua, quella che, a Bisignano, si paga al prezzo dell’oro, ma che non serve neppure per lo sciacquone. 15/06/2014 – Alberto De Luca