Bisignano ricorda la santità di Frate Umile
“Lazzaro, alzati e cammina!”
Queste parole pronunciate da Gesù duemila anni fa e raccontate nel Vangelo di Giovanni, oggi ritornano alla nostra mente in tutta la loro forza e suggestione rendendo attuale le parole del Cantico: l’amore è più forte della morte.
È il caso successo a Carlo Bulotta di 3/4 anni, figlio di Francesco e Agnese Zita, testimoniato da molte persone nel processo informativo sulla vita di Fra Umile e raccolto sotto il titolo di “Miraculum IV”.
Era il 1685, il santo frate era morto da 48 anni; il piccolo Carlo accidentalmente precipitò da una rupe alta “50 palmi” circa, nel quartiere di San Zaccaria di Bisignano, morendo sul colpo.
Immediatamente accorsero molte persone per prestare i primi soccorsi tra cui la madre e Aurelia Mendicina, ma, ormai, il bambino era morto; “non dava segni di vita e aveva la spuma alla bocca”, raccontano i testi.
Mentre la madre disperata stringeva tra le braccia il corpicino del figlio morto, Aurelia Mendicina, rivolgendosi verso la chiesa della Riforma, pose sulla fronte del bambino un pezzo di cordone del santo francescano che portava addosso per devozione, dicendo: “ora Fra Umile, è tempo che dimostri la tua santità”.
Immediatamente il bambino riprese vita: aprì gli occhi e chiamò la mamma.
Come si è detto, il fatto è avvenuto nel rione San Zaccaria, nel posto oggi chiamato “curva Faraca” e per iniziativa dei Frati Francescani e dell’Amministrazione Comunale, il prossimo 23 agosto durante il novenario dedicato a S. Umile, sarà inaugurata un’edicola votiva per ricordare il miracolo la cui rappresentazione è stata realizzata dal Maestro Rosario Turco.
Grazie alla potente mediazione di S. Umile, ancora una volta è l’ora “ in cui coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio di Dio e ne usciranno” (Gv 5,28-29)
Carmelo Pisarro (fonte La Squilla)