Riceviamo e pubblichiamo
Bisignano nel corso del tempo, e anche più recentemente, risulta essere, meta di transito e approdo di zingari, nel secolo scorso nomadi autoctoni, che nel suo tessuto urbano e sociale hanno trovato poi, opportunità tali, che si sintetizzano in una presenza ora residuale di circa cinquanta persone che vivono tutte, tra case di proprietà, o in alloggi popolari. Il lavoro in origine di raccoglitori itineranti, maniscalchi o di stagnini del rame alcuni, si è trasformato, in massima parte, in talune prestazioni di manodopera nei cantieri edili o in subordine nei diversi settori dell’agricoltura locale. Questa trasformazione segna, dunque, in questo caso, ogni rottura con la tradizione prevalente del lavoro degli zingari nel tempo tramandatasi. Il loro accesso al mondo della scuola poi, come alle prestazioni mediche o sanitarie, al momento, come in passato, non ha incontrato mai differenze apprezzabili con il resto della comunità locale. La loro integrazione dunque, costruitasi nel tempo tra diffidenza ed accoglienza, è da tempo terminata, restituendo anche agli osservatori più attenti un ricordo sbiadito della loro presenza invece ancora attiva.
Un aspetto invece, che ora merita di essere osservato attiene al fenomeno crescente della mobilità interna di alcuni flussi migratori di Rom comunitari, nello specifico rumeni, che dalla città di Cosenza, e propriamente dal campo di Vaglio Lise hanno iniziato, e da tempo, a spostare la propria residenza per stabilirsi in alcuni comuni dell’entroterra cosentino, e non solo. È il caso, del Comune di Bisignano, che registra su una popolazione complessiva di diecimila abitanti – 515 stranieri tra comunitari e non, con il 26% di presenze stabili di migranti Rom sul totale degli stranieri. . Ma è il caso anche di Rosarno. Qui interessante è, per esempio, la costruzione delle nuove dinamiche nel mondo del lavoro che in agricoltura vanno strutturandosi in considerazione della mutata disponibilità di manodopera ora non solo africana. Ritornando a Bisignano però, la presenza dei Rom rumeni, fin dall’inizio si caratterizza dentro dinamiche migratorie orientate esclusivamente alla ricerca di un lavoro. Dunque migranti economici, e come tali, alla ricerca di un lavoro autonomo, nel loro caso, in massima parte capace di creare reddito sufficiente a generare quelle rimesse economiche, che altro non sono, il motivo preminente delle loro partenze.Al contrario invece, si struttura la presenza dei Rom di nazionalità bulgara, che in linea con quello che è considerato un mimetismo intenzionale si muovono fin dalla partenza invece, nascondendo la loro identità. Hanno quindi, un sistema di reti migratorie e parentali meglio strutturato, che consente loro, una perfetta mimetizzazione e di raggiungere, spesso, quei luoghi dove è necessario completare immediatamente la domanda di lavoro e per questo con una capacità di tassi di inserimenti lavorativi maggiori – rispetto ai Rom rumeni. Condizione quest’ultima, che li rende meno visibili, e meno stigmatizzabili che è poi, il loro obiettivo principale.
All’interno di questa rivoluzione dei rapporti si collocano i flussi dei Rom rumeni – che non si mimetizzano, e che iniziano ad instaurare rapporti con la comunità ospitante. Rapporti sulla difensiva all’inizio per alcune loro usanze, rivelatesi poi tali, da non suscitare malumori o rinnovati pregiudizi. È una diversità etnica che non viene mai messa a tema in maniera contraria oppure agitata come problema in termini di sicurezza pubblica. Il loro risiedere alla pari è dimostrazione evidente del superamento di ogni forma differenzialista – preso atto che i Rom presenti a Bisignano vivono tutti all’interno di case, nei quartieri e nel centro del Paese.Alla loro integrazione, nella costituenda comunità è utile evidenziare come gli stessi abbiano fondamentalmente concorso, nonostante il ruolo importante delle reti sociali informali, attraverso la loro capacità di mettersi in gioco, o dei vari tentativi in questa direzione maturati che non hanno mai implicato una loro presenza – mendicante – nel tessuto urbano di residenza, ma al contrario hanno, e da subito, cercato di potere fare quello che meglio sanno da generazioni fare: commerciare inmaniera itinerante e raccogliere metalli ferrosi.
Questa comunità di commercianti itineranti Rom si sposta anche nei paesi limitrofi per svolgere la propria attività commerciale, raggiungendo spesso frazioni isolate prive di qualsiasi attività al minuto dando la possibilità agli anziani di questi luoghi di poter comprare, oppure ordinare ciò che più loro occorre al bisogno. Modalità queste, che mettono in evidenza una compiuta partecipazione dei Rom dentro la vita delle neocomunità che vivono, grazie a queste presenze straniere ed estranee, momenti di ri-condivisione di modelli culturali, economici e solidali dimenticati.
Entrambe le comunità Rom (rumene e bulgare) sono perfettamente integrate nel tessuto urbano e sociale del Comune di Bisignano non registrandosi al momento alcun caso di razzismo pubblico o privato, tali da suscitare allarme o contrasto nella comunità ospitante.
Tutti i Rom presenti nel Comune di Bisignano vivono in case ubicate per lo più nel centro del paese, testimoniando ciò, la loro capacità di un normale accesso al mercato dei fitti alla pari di chiunque altro. Si registrano anche apprezzabili segnali di frequenza di bambini e bambine iscritte alle scuole materne, rovesciando ciò, lo stereotipo prevalente dell’utilizzo degli infanti per l’accattonaggio.
La mutata scenografia urbana e demografica determinatasi con lo stabilimento crescente di stranieri comunitari e dei Paesi terzi, ha determinato nel corso degli anni, come naturale che fosse, il nascere di talune relazioni pubbliche e private all’interno del Comune di Bisignano tese a garantire maggiori opportunità di inserimenti per tutti gli stranieri qui residenti dentro la costruzione di una comunità sempre più meticcia.
Maurizio Alfano