A volte il calcio può regalare storie bellissime e non banali, storie che si legano poco al rettangolo di gioco ma che mostrano ed esaltano uomini veri in contesti veri e non in quelli che troppo spesso, ogni domenica, regalano scene poco sportive. Questa è la storia di due grandi uomini come Francesco Acerbi e Vangelis Moras, due storie che non devono passare sotto traccia ma che meritano invece la luce dei riflettori.
Francesco Acerbi torna finalmente in campo dopo la scoperta della malattia che per ben due volte lo aveva costretto a fermarsi. Il 14 Luglio 2013 la sua vita era cambiata con la scoperta di un tumore ad un testicolo che aveva messo in dubbio non solo la sua carriera ma anche la sua stessa vita. Da allora sono passati tanti momenti difficili che però hanno avuto finalmente un esito positivo con gli esami che hanno permesso al giocatore di riavere l’idoneità di tornare in campo e di partire in ritiro con il suo Sassuolo.
Le motivazioni e le aspettative sono tantissime in vista della prossima stagione, con la voglia di Francesco di riprendersi quello che il destino gli aveva tolto, anche per ringraziare la sua squadra, i suoi compagni e i suoi tifosi che nella stagione scorsa gli sono sempre stati vicini.
Di altro tipo è invece la storia del difensore dell’Hellas Verona, Vangelis Moras. Questa volta non ha dovuto effettuare nessuna chiusura difensiva delle sue ma bensì un passaggio “di vita” a suo fratello Dimitris affetto da leucemia. Non ci ha pensato due volte a volare in Australia dove si trovava il fratello per donare il suo midollo osseo e, per fortuna, l’intervento è riuscito perfettamente. L’Hellas non ha fatto mancare il suo appoggio ai due fratelli e alla scelta del suo tesserato, esaltando il bellissimo gesto del giocatore greco.
In un mondo calcistico dove denaro e avidità fanno sempre più da padroni, storie come questa ci riconciliano con la vita e ridanno al calcio quel romanticismo che ormai da tempo sembra perduto.