Caso Lo Giudice, il Pd si arrampica sugli specchi

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Il Pd esce allo scoperto dopo la notizia pubblicata domenica scorsa dal nostro giornale. All’interno del gruppo consiliare di “Alleanza Democratica” e forse anche del partito si starebbe lavorando per far fuori il capogruppo Francesco Lo Giudice. Il Pd replica in maniera scomposta, tralasciando i fatti ed ignorando anche la notizia. Nella nota si cerca di incentrare l’attenzione sul nostro articolo per sviare l’attenzione della realtà. E’ un dato che Roberto Cairo, l’altro consigliere di “Alleanza Democratica”, “scalpita” ed in più occasioni ha contestato la linea del capogruppo Francesco Lo Giudice; è un dato che Cairo pur non avendo confermato non si è sentito in dovere di smentire la sua presa di distanza dal gruppo; è anche un dato che Lo Giudice, capogruppo di se stesso e di Cairo, ha dichiarato di avere appreso dalla Gazzetta che il suo unico consigliere lo voleva abbandonare: è un dato che questo tipo di politica, ergersi in cattedra ed attaccare gli altri, non è stato apprezzato poco più di un anno addietro dagli elettori che, insieme al capogruppo Lo Giudice, hanno bocciato anche il suo partito di appartenenza; è un dato che questo partito nella vicenda Cairo, ha smentito perfino il suo segretario “raddrizzandone” le ferme dichiarazioni rese al nostro giornale; è un dato che il Pd ha timore di rispondere direttamente a Cairo ed approfitta di questa nota per mandargli un messaggio: “Altri devono dimettersi dal consiglio comunale, non i giovani volenterosi, appassionati e capaci di intendere la politica come esercizio di crescita collettiva e non di personali ambizioni”, definendolo “vecchio per permanenza politica sugli scranni consiliari e per antica predisposizione a far pasticci”. Nel documento il Pd invita a guardare “lo stato di abbandono in cui versa la città”.
Al capogruppo, nonostante le settanta interrogazioni inoltrate sfuggono oltre a situazioni di natura politica, anche rilevanti problemi amministrativi. E’ distratto da altre cose invece di calarsi in una realtà, quella della sua città, a lui molto sconosciuta o virtuale.
E’ quindi un dato che per il Pd è più facile contestare la cronaca giornalistica che prendere atto di una insofferenza latente che, inevitabilmente, emergerà al primo appuntamento politico col consiglio comunale di fine novembre.

Rino Giovinco
su: Gazzetta del Sud del 18/09/2013