CASO SAVIANO-SALVINI: LO SCANDALOSO PARAGONE CON FALCONE E BORSELLINO

Letture: 38715

È trascorso un mese esatto dall’anniversario della morte di Giovanni Falcone, ma c’è qualcosa che sconvolge, per non dire addirittura scandalizza, i molti lettori del web e non solo.  Il dibattito socio-politico che infiamma in questi giorni è quello tra il vicepremier nonché Ministro dell’Interno Salvini ed il giornalista-scrittore Roberto Saviano. Tutto nasce dalle contestazioni di Saviano al vicepremier, cui suggerisce di allargare lo ius soli mentre Salvini replica:” “Siamo il Paese europeo che sta dando più cittadinanze in assoluto, ma Saviano lo ignora. Allargare ulteriormente la concessione di cittadinanze sarebbe il caos”, continuando col dire che sarà valutato anche se lo scrittore che lo accusa necessiti veramente di una scorta:”Mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani”. Da qui il dibattito tra i sostenitori di Saviano ed i sostenitori di Salvini o, più correttamente, di ciò che dice Salvini. Quasi tutto nella norma. Dico quasi pensando ai toni e ai modi usati dal giornalista per rivolgersi ad una carica dello Stato cui, sia che fosse suo eletto sia che fosse suo contestatore, bisogna portare rispetto. A destare scandalo, invece, è un articolo su “L’Espresso”, il quale paragona Saviano a Falcone e Borsellino! Riportiamo i passi salienti:” E’ bene ricordare al ministro quanti sono i servitori dello Stato uccisi perché quello Stato non li ha saputi proteggere. […] Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Erano l’incarnazione di questa condanna. […] Ma il pericolo non arriva solo dalla sottovalutazione, è pure quello di additare. Puntare il dito contro chi lotta le mafie, chi ne denuncia la potenza e le collusioni, contro chi opera. E spesso viene additato come “il responsabile” e quindi sovraesposto ed isolato. E se a queste persone togli pure la protezione allora è come mandarli al patibolo, o davanti ad un plotone di esecuzione.” Chiunque conoscesse almeno qualcosa della vita dello scrittore e qualcosa della vita dei due Giudici, saprebbe che un paragone così azzardato e superficiale potrebbe chiaramente infangare i modi ed i comportamenti tenuti durante tutto il loro operato. Falcone e Borsellino hanno indagato, firmato mandati d’arresto per i più pericolosi boss siciliani; hanno sacrificato le loro famiglie oltre che le loro vite per un bene maggiore, quello di tutti; hanno lavorato incessantemente giorno e notte, estate e inverno, in un bunkerino del Palazzo di Giustizia di Palermo; evitavano le mete più esposte dove non c’era urgenza di recarsi per il bene della loro scorta e per il bene della gente che li avrebbe potuti circondare. Saviano, oltre ad essere giornalista di cronaca e d’inchiesta come moltissimi altri, ha scritto la sua opera più celebre “Gomorra” e si è reso, insieme ad altri, ideatore di “Gomorra-La serie”. Questa serie tv è così descritta sulla pagina web Wikipedia:”serie televisiva italiana di GENERE CRIMINALE […]Liberamente ispirata all’omonimo best seller di Roberto Saviano, la serie racconta LE GESTA DI CAMORRISTI, spacciatori di droga, che agiscono nella periferia di Napoli. Nel contesto di organizzazioni criminali di stampo mafioso, con ramificazioni nel mondo degli affari e in quello della politica, I PERSONAGGI sono descritti con crudo realismo e presentano un complesso miscuglio di comportamenti a volte brutali e avidi, tal altre pseudo SENTIMENTALI.” In maiuscolo le parole che tracciano una caratteristica della serie: i telespettatori sono portati a guardare il mondo della camorra dal suo punto di vista, facendo della giustizia che deve acciuffarli il nemico da combattere e da cui scappare. Senza dubbio Saviano è un bravo giornalista che fa il suo lavoro, ma il paragone con Falcone e Borsellino, chiedo venia, non riesce proprio a stare in piedi. Altre persone, a loro tempo, hanno messo in dubbio la necessità della scorta per Saviano, come il capo della Squadra Mobile di Palermo, Pisani, il quale non ha mai trovato riscontri nelle minacce di morte ed il registra Squitieri, secondo il quale Saviano si sarebbe recato al Festival di Cannes “solo per fare un po’ di show” e che “chi è preso di mira ed ha la scorta evita di andare in luoghi troppo esposti quando non è necessario per preservare la propria vita e quella degli altri”. Ovviamente ci sono anche molte tesi contrarie, come quella sostenuta dal Capo della Polizia che giustifica la scorta allo scrittore. Nulla pro Salvini e nulla contro Saviano, ma se vogliamo parlare di paragoni bisogna far notare che Falcone e Borsellino hanno sempre RISPETTATO le autorità statali anche quando chiaramente erano colluse, per il solo fatto di rappresentare, comunque, lo Stato e che, conseguentemente, c’era bisogno di prove per definire qualcuno “Ministro della malavita”; Falcone e Borsellino LAVORAVANO  per lo Stato per senso del dovere e per spirito di servizio; Falcone e Borsellino andavano in America per indagare e per arrestare un certo Tommaso Buscetta, non per soggiornare in un attico a New York. L’ANTIMAFIA E’ FATTIVA E, SOPRATTUTTO, E’ UNA COSA SERIA!

Federica Giovinco