BISIGNANO Uno screening dell’economia locale: proviamo così, senza nessuna presunzione di esaustività, a dare un resoconto dei servizi che offre la città di Bisignano per i turisti o le persone che frequentano la città cratense per lavoro e chiedono dove poter effettuare gli acquisti. Partendo subito dal centro storico, suddiviso in otto quartieri: Piano, Piazza, San Simone, Cittadella Coscinale, San Pietro, San Zaccaria, Santa Croce, Giudecca. La peculiarità del centro storico è di ospitare la parte più antica di Bisignano, dove spiccano i palazzi nobiliari, mentre a livello commerciale resistono con gran fatica i mini market, qualche bar e alcuni locali serali dove poter degustare una pizza in tutta tranquillità. I commercianti del centro storico, comunque, più volte hanno richiesto una maggior considerazione istituzionale e non, cercando di rilanciarsi attraverso delle piccole iniziative per resistere in questi tempi di magra. Il punto nevralgico è incentrato tra Collina Castello e il viale Roma: la prima zona ospita il poliambulatorio, il municipio, la direzione didattica e le scuole, nonché la palestra comunale, mentre la piazza principale del paese accoglie la filiale della posta. Ai lati di questi due punti, invece, vi erano due istituti di credito (ora solo uno). Per molti, ormai, il centro storico ha assunto una valenza proprio per le due banche e la posta: gli unici elementi che mancano, invece, scendendo nelle zone residenziali del Campo sportivo, dove vi è un bancomat. Ma prima di andare al Campo, c’è da considerare il quartiere Giardini che li collega e ospita il santuario di Sant’Umile, quella che poteva essere una sorta di manna dal cielo per l’economia locale. L’incapacità di creare strutture ricettive non facilita il compito dei turisti, che per pranzare o cenare devono percorrere almeno tre chilometri e per eventualmente pernottare almeno altrettanti: senza navette oppure a piedi, è impensabile tutto ciò (negli ultimi tempi c’è la possibilità di fare tutto al santuario: miracolo?). Tornando al Campo, sembra questo l’epicentro dell’economia tra poli commerciali e marche estere della catena alimentare, nonché alcuni negozi per i più giovani. Scendendo ancora più in periferia cominciano a scarseggiare i negozi (a Soverano ci sono comunque servizi minimi, bere un caffè, o comprare un chilo di pasta, non è una grande impresa) e, andando nella zona industriale, si capisce come la cosiddetta vocazione agricola del territorio sia da riconsiderare quantomeno. È pur vero che molte famiglie vivono con le produzioni dai campi, ma rimangono queste in un’ottica appunto domestica: mancano le strutture e le cooperative per la produzione e la trasformazione dei prodotti, che avrebbero senz’altro arricchito la globalità territoriale e, di concerto, permesso un maggior sviluppo occupazionale. Per non parlare delle condizioni in cui si presenta la zona industriale stessa, malconcia e piena di buche, non proprio il massimo dei confort a detta di chi è rimasto con la propria azienda. E chi volesse acquistare una copia di un giornale? Sono quattro le edicole della città (più le due dei confini di Mongrassano e Torano Castello), una nel quartiere Piano, una al viale Roma, al Campo sportivo e al rifornimento di benzina che ospita anche un motel, una discoteca e un campo di calcetto col manto sintetico. Ma questo è un altro discorso…
Massimo Maneggio