Continuano gli slogan #Guarasciovattene… e se si puntasse sull’azionariato popolare per il Cosenza?

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Nel corso degli ultimi mesi una delle parole più usate a Cosenza è #Guarasciovattene, usato un po’ come il brodo sulla pasta o sulla pizza. Ovunque se si parla di sport, di calcio, se si vinca o se si perda, come spesso sta accadendo.

E’ diventato una sorta di rucculu, ovvero un termine che nel senso storico era inteso come una richiesta impossibile da esaudire o un giudizio di parte non accettato dallo stesso ascoltatore. Un po’ come quando i politici chiedono le dimissioni a chi governa una città/regione ecc… avete mai visto qualche politico sulla scia di Padre Cristoforo pentirsi e fare mea culpa pubblico?

Nel caso di Cosenza, la situazione di ripetere ogni 3×2 sto #Guarasciovattene ha quasi il sapore dello stalking telematico, fermo restando l’assoluto diritto della piazza a protestare, se fa ciò con educazione, intelligenza e critica costruttiva. 4 punti nelle ultime 10 gare, quattro punti di penalizzazione e un’incertezza palesata sul mercato, del resto, giustificano il malumore, non di certo gli eccessi o i sbarramiant i cirviall.

A parole tutti bravi, ma con i fatti c’è una situazione importante: non ci sono offerte per il Cosenza, né da russi, né da arabi e nemmeno da presunti imprenditori della zona. E allora… perché non mettere da parte le chiacchiere e intervenire concretamente?

La Camera ha già approvato (il Senato ancora no…) la proposta per l’ingresso dei tifosi nell’organigramma, consentendo loro di diventare soci-investitori delle società stesse. Questa partecipazione avviene attraverso gli enti di partecipazione popolare sportiva, con l’obiettivo di promuovere la coesione e l’aggregazione sociale nello sport, considerate fondamentali per la crescita individuale e collettiva e per la diffusione di una cultura sportiva autentica e rispettosa dei principi di legalità. L’articolo 4 introduce l’unica vera agevolazione, che riguarda il diritto di prelazione per l’assegnazione del titolo sportivo. Viene previsto che le società sportive partecipate da enti di partecipazione popolare sportiva beneficiano del diritto di prelazione, secondo il rispetto di determinati requisiti. Per fare un esempio, si prevede che nel caso di perdita del diritto del titolo sportivo da parte di una società per fallimento o per altre cause, la realtà partecipata avrà diritto di prelazione.

Se proprio non vi è la possibilità – per legge ancora – di fare un’azionariato popolare sul clima spagnolo, basterà solo trovare una forma diversa, con la pianificazione di un passaggio graduale di consegne che veda la cooperazione tra il mondo dell’imprenditoria e l’associazione di tifosi locale. In estrema sintesi: operazioni che vedono il mondo dell’imprenditoria locale che si fa carico in prima battuta del salvataggio del club di riferimento seguendo un piano concordato con la base del tifo che gradualmente restituisce agli investitori le risorse immesse e rileva la maggioranza del club, mantenendo all’interno della società investitori rilevanti con quote di minoranza e stabilendo con loro un rapporto stretto di cooperazione per il bene del club. Come nel caso del modello scozzese.

Ripetere #Guarasciovattene ma senza fare qualcosa di concreto quanto può essere utile per la situazione attuale?