Coppie gol, che nostalgia!

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Luca Toni come Dario Hubner e Mauro Icardi come David Trezeguet? I paragoni, in questi giorni, si sono sprecati per le due coppie di bomber che hanno vinto la classifica dei marcatori a distanza di 13 anni. Tante sono le analogie, partendo dal più anziano che lotta per la salvezza al più giovane impegnato in un club blasonato, ma la sostanza non cambia: far gol è la loro arte, la porta è sempre l’obiettivo da centrare in ogni modo. Di Luca Toni, ormai, si è detto quasi tutto, rimarcando come il bomber emiliano sia capitato in una sua seconda giovinezza sportiva, frutto anche di una dimensione, come quella dell’Hellas Verona, Luca-Toni-Veronacapace di tirargli fuori ancora tante motivazioni. Toni gioca per segnare e i suoi compagni giocano per lui: lo ha capito, nel corso delle ultime due stagioni, mister Andrea Mandorlini, che lo ha svincolato da ogni compito di copertura, sacrificando per la causa uno come Javier Saviola. La panchina perenne dell’argentino (partito poche volte, nel corso della stagione, da titolare) infatti, è dovuta proprio a Toni e, nelle rare occasioni in cui hanno giocato in coppia, nessuno dei due rientrava per dare una mano in copertura. L’italiano non faceva questo per questioni di fisico e per avere un riferimento affidabile lì davanti, l’ex Barcellona invece per abitudini che mal si sposano in Italia. Il destino di Toni sembra ancora incerto, ma appare improbabile un suo apporto a Carpi, dove ci sarebbe da soffrire molto di più in una squadra che si presenterà per la prima volta ai nastri di partenza della Serie A come il Frosinone. Ripescando nel passato, quindi, risaliamo a Dario Hubner, 24 reti nel Piacenza che si salvò Hubnerall’ultima giornata nel campionato 2001-02. Attaccante non bellissimo da vedere, ma tremendamente efficace, soprattutto quando c’era da segnare qualche gol “ignorante”. Dopo aver avuto uno come Roberto Baggio a fornirgli assist, Hubner lasciò Brescia proprio per far spazio a Toni, approdando nella squadra di Walter Novellino, dove trovò l’anima gemella in Paolo Poggi. E due stagioni dopo, tanto per tornare ai paragoni, Hubner accettò l’offerto dell’Ancona, che sembrava il Carpi odierno per come era arrivato nella massima serie. Resistette pochi mesi, andò a Perugia e proseguì la sua carriera in squadre dilettantistiche. Icardi come Trezeguet, almeno per il momento, è un paragone che non regge. Per carità, trovare nel panorama europeo bomber giovani e prolifici come l’argentino è sempre difficile, ma l’impressione è che la sua vita privata alla lunga possa influire anche sulle sue prestazioni in campo. La cornice da telenovela che si è creato intorno (cresce i tre figli di Maxi Lopez e Wanda Nara, da cui ha avuto una bambina) non si addice molto ai canoni del rigido atleta, mentre la procura data in mano proprio alla consorte fa presagire forse qualche guaio futuro per i nerazzurri. Rispetto a Trezeguet, Icardi fa ancora fatica a segnare i gol banali: contro l’Empoli poteva anche superare Toni, ma non è stato proprio freddissimo sottorete. Chi ha avuto questi attaccanti al fantacalcio si è leccato i baffi e ha portato a casa un bel gruzzolo, sia quando il campionato fu deciso il 5 maggio più bello del calcio italiano, nonché domenica scorsa, quando tutto era stato quasi già scritto, tranne la fame dei bomber.

Massimo Maneggio