l’odierna situazione in Burkina Faso è davvero preoccupante e rischia sempre più una degenerazione progressiva e programmatica, generando non solo un collettivo senso di allarmismo, ma anche la preoccupazione degli USA, almeno secondo le parole della portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Bernadette Meehan la quale, però, perorava calma. Situazione analoga nonostante il chiaro golpe? l’eziologia dei disordini è rinvenibile nelle proteste pubbliche scatenatesi a causa di una riforma costituzionale che avrebbe consentito all’attuale presidente Blaise Compaorè di ricandidarsi nuovamente. Ricordo che Compaorè, soprannominato padre padrone, è al potere dal 1987 grazie ad un colpo di stato. La protesta costituzionale è deflagrata fino a divenire un vero colpo di stato ad opera dell’esercito che, da prenditore e detentore del potere, ha imposto un coprifuoco e sopratutto ha confermato la dissoluzione dell’esecutivo e dell’assemblea nazionale, i quali, dovrebbero essere sostituiti da un esecutivo di transazione, che, preoccupa la comunità internazionale in quanto potenzialmente claudicante, visto che, ancora, non è chiaro chi sarà il Leader mandatario dell’esercito mandante. Migliaia di persone hanno bruciato settori del parlamento dove era in corso la procedura di voto per l’emendamento, successivamente ritirato per motivi di ordine pubblico ratione personae e ratione locii. “Ictu oculi” l’esercito ha agito “motu proprio”, anche perchè precedentemente aveva ricevuto l’ordine del presidente di sciogliere il governo. Gli insorti rifiutano negoziazioni bilaterali o multilaterali. Pargui Emile Paré, esponente del Movimento del Popolo per il Progresso ha affermato l’esistenza di una sorta di “primavere africane”, chiara allusione alle primavere arabe e forse anche delle rivoluzioni arancioni che colpirono l’Europa dell’est.
di Francesco Ferdinando Cristarella Oristano.
(immagine presa da ansa.it ai meri fini divulgativi).