CR7…carpe diem

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Carpe diem Cristiano.

Sull’arrivo di Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro, al secolo CR7, alla Juventus se ne sono già dette di ogni, opinioni che svariano da un estremo all’altro, proprio come adora fare il totem portoghese quando calpesta le zolle laterali del rettangolo verde.
Dal punto di vista tecnico, l’inserimento di un uomo da 658 reti ufficiali in 915 partite tra club e nazionale, in un telaio di acciaio come quello dei sette volte Campioni d’Italia, potrebbe avere sull’incertezza della corsa al prossimo scudetto, lo stesso impatto di un asteroide sulla superficie terrestre.
La formazione bianconera, al netto dell’ormai classico restyling estivo, potrebbe ritrovarsi ai blocchi di partenza della nuova stagione con addosso cuciti i galloni di favorita, non solo in Italia, elemento ormai assodato da anni, quanto nella massima competizione europea, poiché l’operazione dell’estate oltre ad ampliare gli orizzonti bianconeri sembra minare le certezze del Real tricampione in carica, che prima dell’asso portoghese aveva perso pure il tecnico Zidane, in un’estate che CR7-Juve a parte, non ha fatto registrare grandi scossoni nel calciomercato internazionale.
I critici, pochi per la verità (tra cui qualche avversario speranzoso), puntano il dito sull’età del portoghese che a 33 anni potrebbe/dovrebbe/si spererebbe, imboccare il viale del tramonto. I dati emersi dalle visite effettuate al J Medical a dire il vero indicano tutt’altro (3% circa di grasso in meno e 4% circa di massa in più rispetto ai suoi colleghi coetanei, dati svelati dal sito inglese BeIN Sport) e confermano l’idea di un atleta con un’età biologia ben inferiore a quella reale, unita alla “disumana” motivazione e alla cura maniacale del proprio fisico, che da sempre contraddistinguono il fuoriclasse di Madeira.
Cristiano Ronaldo, che insieme a Lionel Messi è il principale attore della scena calcistica internazionale da oltre un decennio, unisce ad un grandissimo talento, una professionalità, uno spirito di sacrificio, una voglia di migliorarsi, raramente riscontrabili in giocatori della sua classe, che ben si adattano alla filosofia della Juve, squadra storicamente maestra nel costruire le sue vittorie sulla volontà e lo spirito di sacrificio, prima ancora che sul talento dei propri interpreti.
Giocatore completo, trasformatosi nel corso della sua carriera da ala a centravanti, Ronaldo è capace di segnare in tutti i modi, di destro, di sinistro, di testa, da fuori area, in progressione, di rapina, e ciò che impressiona è proprio la sua bravura nel finalizzare l’azione, come testimoniato dagli spaventosi numeri delle sue statistiche. Ogni movimento, ogni azione, ogni idea che partono dai piedi del portoghese, sono finalizzati alla segnatura, un’intelligenza calcistica superiore che lo porta a saper leggere ogni situazione di gioco e a trovarsi sempre nella posizione migliore per superare il portiere avversario.
L’altro importante aspetto del trasferimento di Cristiano Ronaldo in bianconero, è il suo impatto commerciale, il cui termometro è indicato oggi, dal numero dei likes su Facebook e dei followers su Instagram e Twitter, dove CR7 è assoluto dominatore.
E’ lui l’arma che la Juventus vuole sfruttare per aprirsi ai mercati internazionali e raggiungere ogni angolo del mondo, obiettivo, che di riflesso, favorirebbe la crescita di tutto il movimento calcistico italiano, e giustificherebbe in tal senso, non tanto il costo del cartellino (100 milioni di euro circa pagabili in due anni è un gran colpo considerando i prezzi che girano), quanto l’ingaggio monstre che la società bianconera ha deciso di corrispondere all’ex-attaccante del Real Madrid (31 milioni di euro netti per quattro anni). Un progetto che mira ad aumentare il fatturato e a colmare il gap economico ancora esistente con i top club europei.
Giudice supremo sarà come sempre il campo, ma l’entusiasmo estivo generato da questo acquisto è giustificato, oltre che dall’aver rilanciato le ambizioni europee della Vecchia Signora, anche dalla nuova considerazione che la Juventus avrà agli occhi di tanti altri grandi campioni, che vedranno la squadra bianconera non più come tappa di passaggio ma come punto di arrivo della carriera, come accadeva fino a quindici anni fa.
La dirigenza bianconera è stata brava a cogliere l’occasione di mercato nata dalle incomprensioni tra Ronaldo e il Real Madrid, unite alla voglia del portoghese di iniziare una nuova sfida, magari attratto dall’obiettivo di riportare a Torino la Coppa dalle grandi orecchie, che rappresenterebbe la degna conclusione di una carriera leggendaria. Il carpe diem di Agnelli, Marotta e Paratici, scaltrissimi nel rispondere al volo alle esigenze di cambiamento del portoghese e approfittando del grande lavoro di mediazione del procuratore Jorge Mendes con la Casa Blanca, certifica la bravura di una dirigenza che in otto stagioni ha ribaltato il club, ponendolo ai vertici del calcio italiano ed europeo, in attesa di cogliere l’attimo anche in Champions League. Con Cristiano, uno che sa come si fa.

Francesco Iaquinta