Una volta erano semplicemente distruttori di gioco ma oggi, e in questo campionato in particolare, sono diventati dei veri e propri pericoli offensivi per i loro colleghi.
Dopo 18 giornate, i gol complessivi in campionato sono 457, dato in controtendenza rispetto alle ultime due stagioni: di questi, ben 66 (il 14,4% del totale) sono stati realizzati da giocatori il cui primo compito è difendere, a conferma della crescita del settore che si è registrata negli ultimi cinque anni. Rispetto al 2008-09, la crescita parla del cinque per cento in più.
Nella corsa Scudetto, ad esempio, i gol di Caceres contro il Napoli e quello di Astori contro l’Udinese a fine campionato potrebbero a fare la differenza per una o per l’altra compagine.
L’anno scorso, Cagliari e Catania chiusero il campionato senza gol dei difensori, quest’anno solo il Verona è ancora a secco. Restano comunque lontani dal «santino» Giacinto Facchetti, il prototipo del difensore-goleador (59 reti in A in carriera), Marco Materazzi, il re dei difensori bomber: 12 reti record nel 2000-01 con il Perugia, due al Siena nella partita scudetto – e liberazione – dell’Inter 2007, e due più un rigore che qualcosina hanno contato al Mondiale 2006.
In Serie A, 150 gol su 468, praticamente uno su tre, arriva da calcio da fermo: situazione che premia i difensori quasi quanto gli attaccanti. Sessanta le reti realizzate dalle punte, 53 quelle di chi arriva da dietro. E la squadra che ricava di più dalle palle inattive è l’Empoli, che ha segnato ben dieci delle sue diciassette reti da corner o da punizione indiretta: e chi sono gli incursori migliori? Due difensori: Tonelli, che ha già raggiunto quota 4 e come Glik ed è l’attaccante migliore della squadra, e Rugani, il suo compagno al centro della difesa, 2 reti finora. E poi c’è pure la riserva Barba, un gol pure per lui. Sette complessivi, come la Fiorentina con Gonzalo, Savic, Basanta, Pasqual – chissà che gli fanno in Toscana ai difensori – e il Toro con Glik, Darmian e Bruno Peres. A proposito: quel gol del brasiliano nel derby con la Juve esteticamente vale come tutti gli altri messi insieme. Nessuno direbbe che l’ha fatto in difensore. Il segno dei tempi.
Armando Zavaglia