Diffida a Frosinone: prossima partita a… balconi chiusi

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Un po’ di anni fa si vedevano più spesso, oggi sono praticamente scomparsi: sto parlando degli striscioni che recitavano “Questo calcio fa SKYfo”, volendo denunciare lo strapotere delle tv sul calcio, cosa che spesso porta a spalmare partite e a limitare la libera fruizione degli eventi stessi.

Ora, non è che le pay-tv siano necessariamente il male assoluto: i nostri club trovano da esse e dai diritti che queste le corrispondono una delle maggiori fonti di guadagno, pertanto se si possono fare acquisti che entusiasmano i tifosi è anche- a volte soprattutto – per merito loro.

Ciò non toglie che esistano modi alternativi per guardarsi una partita: dallo streaming illegale al più tradizionale “recarsi allo stadio”. Ma nelle città alla “periferia dell’impero” non è raro trovare gente che si affaccia dai balconi e dalle terrazze dei palazzi vicini per osservare quanto avviene nel campo: ultimo caso famoso quello di Frosinone-Roma, dove moltissime persone hanno approfittato dell’ospitalità di amici residenti nei paraggi.

La cosa però ha suscitato dei “problemi”: il prefetto di Frosinone ha DIFFIDATO i residenti di ospitare amici e affacciarsi dal balcone per guardare la partita, altrimenti scatteranno sanzioni agli amministratori.

Praticamente, si vuole impedire alla gente di affacciarsi al balcone di casa sua.

Ora, è oggettivamente una cosa impraticabile: a casa mia faccio quello che voglio: se voglio affacciarmi lo faccio, se voglio invitare un amico a bermi una birra altrettanto.

C’è da dire, per onestà, che le ragioni addotte per tale diffida riguardano l’ordine pubblico: c’è già tanta gente allo stadio, se si aumenta il flusso di persone nella zona perché invitiamo gente a casa nostra – per lo stesso motivo per cui la gente va allo stadio – effettivamente la cosa può diventare difficile da gestire. Ma credo che, oltre al buon senso delle persone, non ci sia altra soluzione.

Il “caso” di Frosinone ha tanti illustri predecessori, ne voglio ricordare soltanto uno particolare che popola ancora la mia memoria con un certo affetto. È il 2006/07, l’anno della Juventus in B. Questa circostanza crea l’occasione eccezionale di vedere la Juve laddove normalmente non andrebbe, negli stadi di provincia che spesso sono veri e propri “feudi” delle grandi squadre. A Crotone, soprattutto, i tifosi bianconeri abbondano. Così quando la Juventus gioca in trasferta nella città di Pitagora lo stadio è stracolmo. Ma non solo lo stadio: l’ospedale cittadino sorge nelle vicinanze dell’Ezio Scida; non ci sono mai stati tante visite ai parenti malati come in quel sabato pomeriggio, per non parlare della “corsa al ricovero”. Finestre dell’ospedale “gremite in ogni ordine di posto”.

Sarà vero, o forse no, che la poesia del calcio viene uccisa da pay-tv e burocrazia; ma indipendentemente dalla veridicità o meno di questo assunto, la naturalezza del calcio trova sempre qualche spiraglio per dimostrare la propria bonaria “ignoranza”.

Mario Iaquinta