Si fa fatica a riportare la cronaca in maniera asettica, quando viene colpita nel suo cuore più profondo un’intera comunità. Bruciare due ambulanze della Croce Rosa, dopo aver mandato al rogo due vetture dei servizi sociali a distanze di poche ore, è un messaggio abbastanza preoccupante: è la prevaricazione della criminalità rispetto alla sofferenza, al dolore e al diritto di vivere una vita regolare con le cure necessarie. Quella compiuta è un’azione che si può solo condannare, che mette in grande difficoltà un’intera comunità e quanti giungevano a Collina Castello per delle cure mediche e per avere i necessari servizi. Un venerdì 17 che entrerà inevitabilmente nella memoria del territorio bisignanese e non sarà mai più cancellato. Dei tanti messaggi e degli appelli di indignazione arrivati prima ancora che si sapesse il nome del colpevole di queste azioni criminose, scegliamo quello dei ragazzi bisignanesi, in quanto dovranno essere proprio loro, soprattutto, a cambiare le cose, non guardando alla legalità solo come a una tematica da convegno ma abbracciandola nella vita di tutti i giorni.I bisignanesi, dunque, dovranno ripartire, abbracciandosi collettivamente. Il messaggio condiviso su Facebook ieri mattina dovrà essere da monito: «Non possiamo sopportare che nella nostra città avvengano atti come questi: Bisignano non è questa. Non ci sono parole abbastanza dure per esprimere la rabbia, il dolore e la condanna per lo sfregio che questi gesti segnano nel cuore di tutti noi! Non vogliamo subire questo stato di cose: bisogna reagire in modo deciso. Tutti abbiamo il dovere morale di fare di più per rendere la nostra Città più sicura, per garantire un maggiore controllo del territorio, per diffondere la cultura della legalità e del senso civico! Chi ha il potere ed il dovere di intervenire per mettere un freno a questa situazione lo faccia subito e con decisione! Riponiamo grande fiducia nelle forze dell’ordine!».
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