Grillo primo partito, maggioranza di centrosinistra alla Camera e Senato bloccato nell’ingovernabilità: è questo il quadro che esce dal voto per le politiche 2013. Un quadro ormai definitivo. Il risultato è una sostanziale ingovernabilità, in particolare al Senato dove la coalizione che prende più seggi (Pd+Sel) si ferma a 120, ben lontano dai 158 senatori che servono per la maggioranza. Ecco, dunque, il “Porcellum” servire all’Italia un quadro politico di difficile ricomposizione, un Paese che rischia lo stallo.
La coalizione guidata da Pier Luigi Bersani (Pd) totalizza al Senato il 31,63% dei voti pari a 9.686.398 (113 seggi) mentre alla Camera il 29,54% ossia 10.047.507 voti (340 seggi). Il centrosinistra quindi conquista la maggioranza relativa al Senato conquistata per il rotto della cuffia e la maggioranza assoluta alla Camera. Vincitrice al Senato la coalizione guidata da Silvio Berlusconi con il 30,72% pari a 9.405.786 di voti (116 seggi) che alla Camera totalizza il 29,18% ossia 9.923.100 voti (124 seggi). Ma il vero vincitore della tornata elettorale è senza dubbio il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo che fa il pieno ed è il primo partito alla Camera con il 25,55% dei voti pari a 8.688.545 voti (108 seggi), mentre il terzo al Senato il 23,79% pari a 7.285.648 voti (54 seggi).
Con il buon risultato del centrodestra al Senato, che prende più o meno lo stesso numero di senatori del centrosinistra, e considerando il successo di Beppe Grillo che è il primo partito italiano (ha preso uno 0,1% in più del Pd), l’altro elemento da sottolineare è il flop di Mario Monti, accompagnato dalla probabile uscita di Fli e Udc dal Parlamento.
Dopo questi risultasti, ormai si parla di ingovernabilità, a meno che di un grandissimo ed improbabile alleanza fra sinistri e destri. Che comunque durerebbe poco.